In Campania al momento, sulla carta, sono 71.247 le imprese artigiane registrate. Maestri di lavoro che nei loro laboratori danno occupazione a circa 114.664 lavoratori.
È un piccolo esercito che, però, si assottiglia sempre più, anno dopo anno. Con gli artigiani scompaiono anche pezzi di storia della comunità: la chiusura delle botteghe, infatti, coincide con una pagina di storia locale che si chiude per sempre.
A fornire la propria visione sul tema, ai microfoni di Radio Alfa, Lucio Ronca, presidente di CNA Salerno.
“È dal 1970 che assistiamo al calo del numero di artigiani. Noi come CNA, insieme alle altre associazioni di categoria, stiamo cercando di recuperare la ‘svalutazione culturale’ che il lavoro artigiano ha subito negli ultimi decenni”, ha spiegato Ronca.
“Siamo di fronte a una crisi generazionale – ha proseguito – che si è verificata perché i laboratori e le Pmi non riescono a coinvolgere e mantenere la forza-lavoro dei giovani. Bisognerebbe modificare la metodologia e tornare alle pratiche di apprendistato che erano in vigore anni fa. Deve esserci un cambio culturale per avvicinare i giovani al mestiere artigiano, a partire dalla scuola. Attualmente l’istituzione scolastica non dà formazione pratica, ma solo teorica. Dobbiamo fare in modo – ha concluso – che i giovani si avvicinino ai nostri mestieri artigiani”.