È stata recentemente pubblicata dalla Commissione europea una valutazione intermedia del dispositivo di ripresa e resilienza, conosciuto anche come “Recovery and Resilience Facility (RRF)” e il cui obiettivo è valutare l’implementazione delle riforme necessarie per la ripresa dalla pandemia da COVID-19.
La valutazione, che copre i progressi effettuati fino al 31 dicembre 2023, indica come gli Stati membri stiano promuovendo riforme e programmi specifici attraverso i relativi piani nazionali per far fronte alle conseguenze del periodo pandemico (e non solo). Al riguardo, la percentuale di successo delle raccomandazioni specifiche per paese, in merito alle quali gli Stati membri avevano compiuto “alcuni progressi” è aumentata dal 52% al 69% del totale per il periodo 2021-2023.
Inoltre, il report delinea il quadro generale dei risultati ottenuti da questo primo periodo analizzato, e al contempo, sottolinea quali aspetti dovrebbero essere migliorati e tenuti maggiormente in considerazione.
In particolare, i punti positivi del dispositivo sono:
- Il fatto che lo strumento si basa sull’approccio dei risultati ha portato a una maggiore chiarezza e comprensione di come viene distribuita la spesa pubblica, aumentando la coerenza e prevedibilità della spesa dell’UE;
- Al 1° febbraio 2024, circa il 38% sul numero totale degli obiettivi presenti nell’ambito del RRF era stato valutato come completato, (con il 18% di tutti gli obiettivi valutati come soddisfacenti);
- I dati qualitativi finora disponibili forniscono i primi indizi dell’impatto positivo dello strumento a livello europeo, specificatamente per quanto riguarda un maggiore slancio dei finanziamenti nei settori della transizione verde e digitale;
- Anche se l’implementazione del RRF basato sui risultati porta a informazioni difficilmente reperibili sui destinatari finali dei fondi, sono già stati apportati dei miglioramenti su questo punto, come ad esempio una maggiore chiarezza e “leggibilità” dei dati e degli indicatori comuni.
Gli aspetti da migliorare riguardano invece i tempi e gli oneri burocratici e sono:
- L’impossibilità di valutare l’impatto reale (in termini quantitativi) del RRF, poiché solo pochi investimenti sono stati interamente completati e manca una valutazione ex-post;
- Il lavoro amministrativo richiesto a livello nazionale e subnazionale per implementare il RRF è superiore a quanto inizialmente previsto dagli Stati membri, dal momento che il RFF è uno strumento nuovo, gli stati membri non sono sufficientemente preparati per coprire l’incremento dei costi amministrativi derivati dal dispositivo;
- Negli Stati membri con una struttura più decentrata per la gestione della politica di coesione, alcune autorità regionali e locali, così come altre parti interessate, comprese le parti sociali, sottolineano il loro insufficiente coinvolgimento nella pianificazione e nell’attuazione del RRF;
- È stata riscontrata da parte degli Stati membri la necessità di una maggiore flessibilità nella concezione dello strumento.
La valutazione ex post è attesa entro la fine del 2028. Tale valutazione potrà essere presa in considerazione per la progettazione di strumenti di finanziamento dell’UE nel contesto del prossimo Quadro finanziario pluriennale 2028 – 2035.
Il report è accompagnato da schede informative divise per paese membro e per cui sono tratti degli esempi concreti degli investimenti presentati nei diversi piani nazionali.
La valutazione della Commissione è disponibile al LINK.