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CNA e le altre associazioni dell’indotto ex Ilva hanno sottoscritto un documento unitario da portare questa sera all’attenzione del governo in occasione dell’incontro convocato a palazzo Chigi dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. La Confederazione e le altre associazioni hanno elencato “una serie di proposte condivise – è detto in una nota – per far fronte alla drammatica situazione in cui versano le aziende”.

Le aziende dell’indotto “sono stremate perché non hanno più liquidità. Attendono ancora la certificazione dei crediti, precondizione per attivare qualunque meccanismo di garanzia, compreso quello predisposto da Sace. A tal proposito, viene rilevata la necessità di definire rapidamente modalità, tempistiche, metodo e platea di riferimento con riferimento a questi strumenti”. “Doverosa“, sostengono, “è ritenuta la sospensione, più volte invocata, del pagamento degli oneri fiscali e di quelli contributivi per tutte le imprese che vantano crediti nei confronti di AdI, sia diretti che derivanti da subappalti connessi al siderurgico garantendo la regolarità Durc”. Per le stesse “ragioni – concludono – occorrerebbe procedere alla sospensione della riscossione forzosa dei crediti fiscali relativi alla prima e alla seconda amministrazione straordinaria, prevedendo una moratoria o saldo e stralcio rateizzato. Va differita a un apposito tavolo ogni discussione sull’eventuale prosieguo delle attività con l’azienda, che dovrà contare ovviamente su condizioni di operatività chiare, trasparenti e in grado di garantire l’affidamento dei fornitori di beni e servizi”.