A circa un mese alle prossime elezioni per il Parlamento europeo, CNA Emilia-Romagna ha organizzato il confronto con le candidate e i candidati dell’Emilia-Romagna all’hotel I Portici di Bologna. Sul palco c’erano: Alessandra Basso, Lega, Stefano Bonaccini, PD, Nicola Dall’Olio, Alleanza Verdi Sinistra, Guglielmo Garagnani, Fratelli D’Italia, Sabrina Pignedoli, Movimento 5 stelle, Giulia Pigoni, Stati Uniti D’Europa (Italia Viva, + Europa), Federico Pizzarotti, Azione, Alessandra Servidori, Forza Italia, Noi Moderati. Ha moderato l’incontro la giornalista Stefania Scordio. Questo incontro è stata l’occasione per portare all’attenzione le attese e le priorità degli artigiani e delle piccole imprese.
Il discorso del presidente di CNA regionale Paolo Cavini ha evidenziato l’importanza delle piccole e medie imprese nell’economia italiana e il ruolo cruciale dell’Europa nel sostenerle e proteggerle. “Chiediamo un’Europa sensibile alle esigenze imprenditoriali, con un dialogo diretto e efficace tra le istituzioni europee e gli imprenditori italiani. Serve una politica industriale comune e norme europee attente alle caratteristiche delle piccole imprese”. Necessario anche l’accompagnamento delle imprese nell’era digitale e l’integrazione globale attraverso politiche commerciali rafforzate, l’importanza del dialogo sociale, la parità di genere e del sostegno all’imprenditorialità giovanile.
Il presidente Cavini: “Vogliamo un’Unione europea che risponda ai grandi temi sociali e ambientali. Dobbiamo guidare la trasformazione verde e la sostenibilità energetica. Gli obiettivi climatici e di sostenibilità introdotti dal Green Deal europeo richiedono un impegno straordinario per contenere i costi della transizione e rendere accessibili le opportunità per non indebolire il sistema produttivo”. Un’indagine condotta da CNA, tra gennaio e febbraio 2024, e che ha coinvolto 1.600 imprese ha rivelato che il 68,5% degli imprenditori sostiene la politica energetica comune. Pochi, però, sono coloro che ritengono che l’UE debba rimanere incondizionatamente all’avanguardia nella lotta al cambiamento climatico (il 17,1% degli intervistati). Prevalgono invece le opinioni orientate al “sì ma…”, che convergono sulla necessità di introdurre maggiori incentivi e strumenti di ammortizzazione degli impatti economici delle scelte operate, di lasciare maggiore libertà di adesione, di evitare nuovi vincoli e nuovi oneri burocratici.
Sfiducia, dubbi, diffidenze freneranno la partecipazione elettorale dei piccoli imprenditori italiani il prossimo giugno? A giudicare dai risultati dell’indagine assolutamente no. Una quota molto elevata di intervistati dichiara che si recherà alle urne (il 76,7%); Un ulteriore 17,5% non ha ancora assunto alcuna decisione al riguardo e solo il 5,8% afferma di aver già deciso di non andare a votare. Si tratta di risposte indicative raccolte a quattro mesi dalle elezioni, tuttavia questi dati, messi a confronto con la reale partecipazione alle scorse elezioni europee del 2019 (votò il 54,5% degli aventi diritto) evidenziano una forte motivazione dei piccoli imprenditori ad esercitare il proprio ruolo di elettorato attivo per la formazione del nuovo Parlamento Europeo.
“L’Europa dovrebbe rafforzare la propria capacità di gestione delle crisi e di prevenzione delle guerre, investendo in strumenti di sicurezza e rafforzando la cooperazione tra gli Stati membri dell’Unione Europea, anche includendo iniziative volte a contrastare minacce transnazionali come il terrorismo, la proliferazione delle armi e il crimine organizzato. L’Europa che vorrei è un’Europa capace di dotarsi di una politica estera coerente e basata sui valori dell’UE, quali il rispetto dei diritti umani, la democrazia, lo stato di diritto, capace di promuovere la pace, la sicurezza, lo sviluppo sostenibile e il sostegno ai valori e agli obiettivi comuni dell’umanità”, ha concluso il presidente di CNA Emilia-Romagna.