“I dati evidenziano una crisi che non possiamo ignorare. Le micro e le piccole imprese, che costituiscono l’anima della nostra economia regionale, si trovano in una situazione di grande vulnerabilità”. Così Giovanni Genovesio, presidente di CNA Piemonte, ha commentato con preoccupazione i ‘numeri’ della “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera”, realizzata da Unioncamere regionale, che rivelano un quadro economico sempre più critico. Nel secondo trimestre del 2024, la produzione industriale ha subito una contrazione dell’1,1%, con un calo degli ordinativi del 1,2% e del fatturato dello 0,9%.
Le micro imprese, che già operano con margini ridotti, sono particolarmente esposte a questi scossoni, e i settori più vulnerabili, come quelli dei mezzi di trasporto e del tessile, sono tra i più colpiti dalla crisi in corso. Le imprese con meno di dieci addetti stanno affrontando una flessione produttiva dello 0,4%, mentre quelle di medie dimensioni vedono un calo ancora più marcato, con una riduzione della produzione del 1,7%. A fronte di queste difficoltà, emerge la necessità di interventi urgenti e mirati per evitare la scomparsa di una parte fondamentale del sistema produttivo regionale.
CNA Piemonte sottolinea la gravità della situazione e invita a una riflessione profonda sulla necessità di azioni concrete e tempestive per salvaguardare il futuro delle piccole e micro imprese. “È indispensabile – ha evidenziato Genovesio – un piano d’azione che tuteli le piccole aziende, che permetta loro di superare questo momento critico, attraverso incentivi mirati, accesso facilitato ai finanziamenti e supporto agli investimenti in innovazione e sostenibilità. Non possiamo permetterci di perdere questo segmento cruciale della nostra economia, che garantisce occupazione e stabilità sul territorio”.
Delio Zanzottera, segretario regionale di CNA Piemonte, ha invece posto l’accento sull’impatto sistemico che la crisi sta avendo su tutta la filiera produttiva. “Per le micro e le piccole imprese – ha affermato – non si tratta solo di una riduzione temporanea della produzione, ma di una crisi strutturale che rischia di cancellare interi comparti. Neanche l’export funziona più. Per invertire la tendenza servono misure immediate che agevolino la ripresa degli investimenti e l’accesso alle risorse europee. Dobbiamo fornire alle nostre imprese gli strumenti per innovare e riposizionarsi, ma questo richiede un impegno forte e coordinato da parte delle istituzioni”.