Estendere i ristori anche alle imprese artigiane e commerciali. È questa la richiesta avanzata dalla CNA Sicilia dopo che, a livello regionale, è stato chiesto un incontro urgente al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e all’assessore delle Attività produttive, Edmondo Tamajo.

“In alcune zone – è spiegato nella nota diffusa dalla CNA – il servizio idrico è stato ridotto fino al 50%, causando una crisi che ha costretto le imprese a trovare soluzioni alternative molto costose, ad esempio, un ristorante deve pagare fino a 200 euro al giorno per rifornirsi di acqua tramite autobotti, aumentando i costi di gestione in maniera insostenibile. I settori maggiormente colpiti sono: ristoranti, bar e pasticcerie, panifici e produttori di pasta, produzione di bevande, hotel, affittacamere e b&b e tutto il settore ricettivo, acconciatori, estetisti, servizi di toelettatura per animali, autolavaggi, lapidei e alcune categorie del settore manifatturiero”.

“A queste – continua la nota – si aggiungono, naturalmente, le imprese agricole, che sono già oggetto di specifici provvedimenti da parte dell’assessorato all’Agricoltura, il quale prevede incentivi per l’adozione di riserve idriche aggiuntive e ristori, tuttavia, le imprese dei settori sopra indicati stanno sostenendo, da mesi, costi aggiuntivi per l’incremento delle risorse idriche e per il trasporto di acqua potabile, servizio fornito a pagamento da autobotti, queste imprese, anche quando forniscono servizi essenziali, sono escluse dai provvedimenti straordinari della protezione civile”.

“Pertanto – prosegue ancora la CNA – riteniamo necessario adottare, al pari dell’assessorato all’Agricoltura, misure volte a sostenere lo sforzo delle imprese per preservare il valore delle filiere produttive. In particolare, un’interruzione dei servizi delle imprese della filiera turistica comporterebbe danni incalcolabili alla reputazione dei territori e della Sicilia. È necessario adottare immediatamente le seguenti misure: l’introduzione immediata di ristori da parte della Regione Sicilia per coprire i costi straordinari di approvvigionamento idrico delle imprese; l’implementazione di un incentivo per il servizio di trasporto di acqua, in previsione di una turnazione prolungata del servizio idrico o, nel peggiore dei casi, di una sua interruzione; la costituzione di una “unità di crisi” per monitorare gli effetti di questa crisi sul sistema economico”.