“Piccolo è bello”. In Toscana le ridotte dimensioni sono ancora la componente caratterizzante dell’economia-artigiana. Questo uno degli elementi fondamentali emersi dalla seconda edizione della indagine sui “Mestieri Artigiani” presentata a Firenze nell’ambito dell’evento “PMI toscane e artigianato: unione tra storia e futuro” organizzato da CNA Toscana nella Sala Verde di Palazzo Incontri a Firenze.
“Nonostante una situazione sociale ed economica che rimane ancora critica – ha affermato il presidente di CNA Toscana, Luca Tonini – questi dati confermano ancora una volta la voglia di non arrendersi dei nostri artigiani. Sia che si tratti di botteghe, piccolissime imprese, che di aziende strutturate, è sempre presente la determinazione ad andare avanti cercando nuove strategie, potenziando la propria presenza sul mercato, provando a portare avanti vecchie e nuove forme di collaborazione. A dimostrazione di questo la previsione, come ci dice la ricerca del professor Aiello, per numerose imprese di un aumento del fatturato. Il nostro obiettivo, come sistema, è proprio quello di guidare le imprese artigiane verso il futuro supportandole in ogni tentativo di miglioramento di cambiamento e di aggregazione.
La disponibilità della nostra associazione – ha proseguito Tonini – è ancor di più rivolta a chi è in difficoltà, penso al settore moda e tutto l’indotto, siamo presenti in tutti i tavoli di crisi, stiamo lavorando per loro senza sosta ed abbiamo messo in campo tutte le nostre risorse. Dobbiamo credere nel nostro lavoro e nei percorsi che stiamo portando avanti e lo faremo sempre insieme. Proprio per questo motivo ho deciso di continuare questo viaggio difficile, ma bellissimo, ricandidandomi alla presidenza di CNA Toscana”.
All’evento oltre al presidente e al direttore di CNA Toscana, Luca Tonini e Antonio Chiappini, e ai presidenti delle Unioni, Mestieri e Raggruppamenti d’Interesse, hanno partecipato Andrea Moratti, direttore Area Imprese Firenze-Prato direzione regionale Toscana e Umbria di Intesa Sanpaolo; il professor Gaetano Aiello, ordinario di Economia e gestione delle finanze dell’Università di Firenze, autore della ricerca; la sindaca di Firenze, Sara Funaro, e l’assessore alle Attività produttive e turismo, Jacopo Vicini; il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, la parlamentare Simona Bonafè, l’europarlamentare Francesco Torselli.
La giornata si è aperta con l’illustrazione dai dati emersi dalla seconda edizione della ricerca commissionata da CNA Toscana e dalla Fondazione CNA Opera al Professor Aiello. L’indagine ha coinvolto 151 imprese di tutte le province associate a CNA Toscana così suddivise: 77 capannoni ovvero le imprese artigiane di dimensione produttiva maggiore situate in zone dedicate all’industria e alla manifattura e 74 botteghe che operano ancora in modo tradizionale e si collocano nei tessuti urbani. Dall’analisi emergono elementi in comune e alcune differenze, non sempre correlate con le dimensioni.
Analizzando i problemi percepiti, ad esempio, i capannoni hanno segnalato difficoltà a reperire risorse umane, in secondo luogo ad affrontare gli oneri amministrativi e burocratici e solo in terza battuta i costi dell’energia e materie prime. Di contro le botteghe ritengono il problema principale proprio gli oneri amministrativi e burocratici poi il costo di energia e materie prime e al terzo posto la difficoltà di reperire il personale.
Uniforme la posizione per quanto riguarda gli obiettivi, sia capannoni (80%), che botteghe (79%) ritengono il principale quello di acquisire nuovi clienti, secondariamente di mantenere i clienti esistenti (60% i capannoni, 58% le botteghe). Per portare avanti questi obiettivi differiscono le strategie: i capannoni puntano sulla formazione e assunzione di personale, mentre le botteghe si affidano più a nuove iniziative commerciali. Entrambi però come seconda opzione puntano su lancio di nuovi prodotti e servizi.
In questo quadro, un importante dato riguarda le prospettive future di fatturato e reddito: il 58% delle botteghe interrogate prevedono nel biennio 2025-26 un incremento del fatturato, lo stesso vale per il 40% dei capannoni. Altrettanto positivo il fatto che sono numerosi gli imprenditori che hanno sperimentato forme di accordo con altri ‘colleghi’: lo ha fatto il 74% delle botteghe l’81% dei capannoni. Esaminando i dati provenienti da questi ultimi emerge che i rapporti di fornitura-subfornitura-appalto vedono il coinvolgimento di 2-4 imprese, con rapporti prevalentemente informali stipulati nel 47% dei casi, mentre il 30% ha sottoscritto accordi formali (consorzio, contratto di rete, joint venture). Le botteghe ricorrono per la maggior parte ad accordi informali (il 55%) che generalmente coinvolgono dai 2 ai 4 soggetti, i formali raggiungono una percentuale del 30%.
Diverse le difficoltà riscontate nella gestione delle relazioni fra le imprese nelle aggregazioni per i capannoni riguardano principalmente le politiche contrattuali e di definizione del prezzo, mentre le botteghe riscontrano barriere legali/regolatorie o burocratico amministrative.
È stato infine chiesto alle imprese intervistate quali potrebbero essere gli elementi attrattivi dell’attività artigiana nei confronti dei giovani: sia i capannoni che le botteghe ritengono che l’autonomia nella gestione del lavoro, la possibilità di svolgere un’attività creativa e caratterizzata dall’impegno diretto nella realizzazione del prodotto-servizio.
Il meeting è poi proseguito il pomeriggio in sessione privata per fare un bilancio dell’attività 2024 di Unioni, Mestieri e Raggruppamenti di Interesse e continuando un percorso comune per ribadire la centralità dell’artigianato nella società toscana.