Nella giornata di giovedì 6 aprile, la Commissione consultiva sul cambiamento industriale (CCMI) del Comitato Economico e sociale europeo (CESE) ha organizzato un’audizione pubblica sul tema dell’“Industria dei prodotti contraffatti e della pirateria”. L’audizione è parte della preparazione di un parere di iniziativa del CESE che mira a gettare luce sugli aspetti e le sfide principali in relazione
L’industria globale della contraffazione e della pirateria dei prodotti vale circa il 2,5% del commercio globale, l’equivalente di $461 miliardi. I titolari dei diritti, i governi e l’economia in generale possono soffrire perdite importanti sia a livello economico che di standard sociali. Un’indagine specifica dell’UE mostra che, nel 2013, l’importazione di prodotti pirata e contraffatti valeva per circa il 5% dell’import totale, con una stima equivalente di €85 miliardi. Molti prodotti sono colpiti dalla contraffazione e dalla pirateria, dai beni di lusso a quelli di consumo quotidiano, fino ai prodotti B2B.
Durante l’audizione, sono stati affrontati aspetti specifici della questione attraverso differenti prospettive legate ai settori merceologici di riferimento:
- Settore del lusso
- Tessile, abbigliamento
- Ambito farmaceutico
- Settore giochi-giocattoli
- Piattaforme online
In generale, le dimensioni più colpite dal fenomeno possono essere essenzialmente raggruppate in:
- salute
- tutele sociali
- tutela ambientale
- correttezza e conformità delle informazioni ad uso dei consumatori
- distorsione della concorrenza
- tutela della proprietà intellettuale
- occupazione e introiti fiscali
In questo contesto, se comparate alle imprese di grandi dimensioni, che hanno a disposizione una grande mole di informazioni e capacità concrete di intraprendere azioni legali e attività di pressione, le PMI e il mondo dell’artigianato risultano particolarmente penalizzati e colpiti dai fenomeni della contraffazione e della pirateria.