La Legge di Bilancio 2017 ha introdotto a decorrere dall’anno d’imposta 2017 l’Imposta sul reddito d’impresa, meglio nota con l’acronimo di IRI.
Si tratta di un regime fiscale opzionale lungamente atteso dalle piccole imprese e su cui la Confederazione si è fortemente battuta poiché consente anche a chi ha una ditta individuale o una società di persone, ad un commerciante o ad un artigiano, di pagare le tasse separando il reddito dell’impresa da quello personale, come avviene già per i soci delle società di capitali.
La finalità della nuova imposta, infatti, è quella di rendere più neutrale ed equa la tassazione del reddito d’impresa, a prescindere dalla forma societaria adottata, così da mitigare le differenze d’imposizione esistenti tra le società di capitali e le società di persone; inoltre, giacché la parte di reddito non prelevata e lasciata in azienda sconta una tassazione più leggera al 24%, si favorisce anche la patrimonializzazione delle imprese.
Peraltro, la diversa tecnica normativa utilizzata per raggiungere questa duale forma di tassazione del reddito d’impresa, prevista dall’IRI, consente, inoltre, alle piccole imprese personali (imprese individuali e società di persone) di effettuare una pianificazione fiscale di breve/medio periodo finalizzata a ridurre la tassazione media sul reddito prodotto. E’ vero, infatti, che la aliquote marginali IRPEF più alte, applicabili nei periodi nei quali si realizzano – picchi di reddito, possono essere evitate lascando temporaneamente il reddito in azienda e così da rendere applicabile su di essi l’aliquota IRI del 24% rinviando la distribuzione negli anni successivi quando l’aliquota marginale IRPEF risulterà più bassa.
Si tratta di una grande novità rispetto al “regime naturale” di tassazione ove il reddito fiscale delle società di persone e delle ditte individuali è sempre tassato ad IRPEF in capo ai titolari, a prescindere dall’effettivo incasso.
Nella circolare 8 marzo 2017, n. 2 delle Politiche fiscali e societarie CNA, verranno esaminati gli aspetti caratterizzanti del regime IRI, i punti di debolezza e le conseguenti proposte emendative che la Confederazione ha già sottoposto all’attenzione dei referenti istituzionali nonché i recenti chiarimenti forniti dall’Agenzia delle entrate in occasione di Telefisco 2017.