AGGIORNAMENTO DISCUSSIONE DOSSIER al PARLAMENTO EUROPEO
Risoluzione del Parlamento Europeo
sulla Nuova Alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione
Relatori:
-Relatore Merito: Maria Heubuch – (VERTS/ALE) Commissione DEVE
-Relatore Parere: Molly Scott Cato (VERTS/ALE) Commissione AGRI
Rif. 2015/2277(INI)
DISCUSSIONE E VOTAZIONE IN PLENARIA
06-07 giungo 2016
La Relatrice On. Heubuch della Commissione per lo sviluppo (DEVE) del Parlamento ha presentato la Relazione sulla “Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione”, un’iniziativa lanciata nel 2012 e di cui ne fanno parte i membri del G8, l’Unione Africana, il Nuovo partenariato per lo sviluppo dell’Africa e il suo programma globale di sviluppo agricolo dell’Africa, 10 governi africani (Burkina Faso, Benin, Costa d’Avorio, Etiopia, Ghana, Malawi, Mozambico, Nigeria, Senegal e Tanzania), nonché imprese locali e internazionali. Ai diversi partner del G7 è stato affidato il coordinamento dell’attuazione dell’iniziativa in un Paese africano specifico e l’UE è responsabile del coordinamento in Costa d’Avorio e Malawi. L’iniziativa ha lo scopo di mobilitare investimenti per l’agricoltura nell’Africa Sub-Sahariana, in modo da migliorarne la sicurezza alimentare. L’UE finanzia l’iniziativa con più di 10 miliardi di dollari.
Nel quadro della Nuova Alleanza i Paesi Africani vengono invitati a promuovere riforme legislative per creare un ambiente favorevole alle imprese e agli investitori privati per l’agricoltura africana. Nella Relazione si deplora però il fatto che i piccoli agricoltori, coloro che dovrebbero essere i beneficiari in ultima analisi, non sono stati praticamente consultati. Inoltre, la Commissione allo Sviluppo del Parlamento ha constatato fenomeni preoccupanti, sui
- Metodi di coltivazione. In base all’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile e all’accordo di Parigi si indica di sviluppare un modello di agricoltura più sostenibile, la Relazione esorta i Paesi africani a non riprendere un modello basato sulle grandi imprese, ma li inviata a promuover le aziende a conduzione familiare, essendo questi i principali investitori nell’agricoltura e rappresentano più del del 70% dei posti di lavoro nell’Africa Sub Sahariana.
- Sulla trasparenza e la governance: le informazioni su iniziative multilaterali come quella della Nuova Alleanza dovrebbero essere accessibili, mentre così non è. Al momento non ci sono abbastanza informazioni sui piani di investimento delle aziende, quando invece è necessario avere un sistema trasparente, un piano di vigilanza solida, e degli indicatori di performance definiti, oltre a garantire che tutti gli investimenti rispettino i diritti umani.
- Riforme legislative. Per quanto riguarda in particolare le sementi il Parlamento nella Relazione ricorda che il diritto degli agricoltori di produrre, scambiare e vendere liberamente le sementi costituisce il fondamento del 90 % dei mezzi di sussistenza agricola in Africa e che la diversità delle sementi è essenziale ai fini della resilienza dell’agricoltura ai cambiamenti climatici. Pertanto non concorda con la richiesta delle imprese di armonizzare, nel contesto africano e attraverso le istituzioni regionali, le leggi in materia di sementi.
- Genere. Solo il 21% delle piccole aziende che partecipano ai progetti della Nuova Alleanza sono donne, mentre costituiscono il 50% dei piccoli produttori nell’Africa Sub-Sahariana. Il Parlamento così chiede che i quadri di cooperazione per Paese definiscano precisi impegni in materia di bilancio di genere e prevedano il monitoraggio dei progressi attraverso dati disaggregati.
I diversi europarlamentari intervenuti hanno mosso forti critiche alla Nuova Alleanza, sottolineando la necessità di dare maggiore risalto alla dimensione locale dell’agricoltura, al coinvolgimento delle comunità locali che devono continuare ad avere il potere di decidere circa la proprietà fondiaria ed in generale delle risorse naturali. Sono state espresse forti contrarietà circa la legislazione sulle sementi, considerata da alcuni un’interferenza con la sovranità nazionale e una maschera per gli investimenti delle grandi società di capitali e favorire gli interessi delle multinazionali alle monoculture destinate all’esportazione, con il rischio di far diventare gli agricoltori dipendenti da prodotti fitosanitari importati e coltivare prodotti OGM.
Si sottolinea pertanto la necessità di un ruolo attivo del Parlamento europeo nella vigilanza di questi progetti, portando in rilievo anche la problematica della carenza alimentare dei minori.
Il Commissario europeo per gli aiuti umanitari e la gestione delle crisi Stylianides ha concluso l’incontro sottolineando l’impegno dell’UE nel promuovere un’agricoltura sostenibile e inclusiva, che ha sostenuto la Nuova Alleanza fin dal suo lancio nel 2012 ed ha impegnato 1.2 miliardi di € verso 10 nuovi Paesi che ne fanno parte. La Commissione sostiene fermamente le linee guida volontarie per i diritti fondiari e i principi di investimento responsabile per quanto riguarda l’agricoltura ed anche il genere rappresenta un fattore importante nella Nuova Alleanza. Molte delle preoccupazioni espresse fanno parte delle discussioni della Commissione con gli altri membri della Nuova Alleanza, specialmente per il ruolo dei piccoli agricoltori che dovrebbero essere i primi beneficiari di questa iniziativa. Vi è però necessità del settore privato per aumentare gli investimenti, creare partenariati e incentivare le aziende a mettere al centro delle loro strategia lo sviluppo inclusivo e sostenibile, il che implica più coinvolgimento di agricoltori e società civile nel coordinamento della Nuova Alleanza e la Commissione studierà assieme a tutti gli attori coinvolti la modalità di coinvolgimento.
Si è tenuta altresì la votazione in Plenaria, il 7 giugno, il testo è stato approvato con 577 voti favorevoli, 24 contrari e 69 astenuti.
Il testo della Risoluzione può essere consultato al seguente link.