Tra questa settimana e la prossima, al massimo entro Natale, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni firmerà con i Comuni e le città metropolitane interessate tutte le 95 convenzioni mancanti del Piano periferie.
Dopo i primi 24 progetti sbloccati il 6 marzo e finanziati con i primi 500 milioni di euro statali e con investimenti stimati per 1,1 miliardi di euro, è passato un anno per rendere operativo l’ulteriore finanziamento statale di 1,6 miliardi. La delibera Cipe (72/2017) con gli ultimi 761 milioni è andata in Gazzetta il 13 novembre e da lì è partita la macchina organizzativa che porterà alle ultime 96 firme (quella “pilota”, con il Comune di Viterbo è avvenuta il 23 novembre).
I progetti dei primi 24 Piani sono stati nel frattempo in buona parte approvati dal Nucleo di valutazione di Palazzo Chigi, e i cantieri dovrebbero partire da gennaio in poi. I 96 Piani della fase II, invece, si può calcolare che producano lavori dalla fine del 2018.
La prima sfida sono dunque i tempi di attuazione: evitare cioè i tempi lunghissimi del Piano città, lanciato nel 2012 e ancora fermo a meno del 50% di attuazione.
La seconda è quella di creare una strategia nazionale Stato-Regioni-Comuni per le periferie, ovviamente con fondi azioni stabili nel tempo.
IL PIANO PERIFERIE (aree di intervento e tempistica) in pillole
Il Piano Periferie, come noto, è stato lanciato dalla legge di Bilancio 2016 (comma 974) con 500 milioni di euro di finanziamento statale, riservato a Comuni capoluoghi (massimo 18 milioni a testa) e Città metropolitane (max 40 milioni) per «progetti per la riqualificazione urbana e la sicurezza» delle periferie», con «situazioni di marginalità economica e sociale, degrado edilizio e carenza di servizi».
Il bando è del 25 maggio 2016, scadenza per l’invio dei progetti il 30 agosto. Gli interventi inseribili erano molto ampi (miglioramento del decoro urbano, aree pubbliche, progetti per la sicurezza, servizi sociali, mobilità sostenibile). I criteri di selezione davano punti per: tempestività esecutiva (25), sinergia tra fondi pubblici e privati (25), fattibilità economico-finanziaria (20), qualità e innovatività (20), capacità di innescare processo di rivitalizzazione (10) .
Presentate 120 proposte, graduatoria nel dicembre 2016, prime 24 firme il 6 marzo per assegnare i 500 milioni. Gli altri 1.561 milioni sono stati stanziati dal governo (800 dal Fondo investimenti e 761 da FSC) nel corso del 2017, operativi dal 13 novembre. Ultime 96 firme tra fine novembre e Natale 2017.