In occasione dell’evento [Re]Design La trasformazione digitale e le PMI organizzato da CNA, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, sabato 21 aprile ha avuto luogo negli spazi di BASE il convegno a tema “[Re]design il nuovo approccio alla progettazione con il BIM. La trasformazione digitale nel design e nella manifattura”.
CNA durante la design week milanese ha voluto promuove, attraverso un progetto che è stato anche di divulgazione, le possibilità offerte alle aziende dalle nuove tecnologie. Alle PMI oggi giorno viene chiesto di re-immaginarsi e adattarsi al cambiamento per diventare competitive anche nel mondo digitale e rivolgersi alle nuove generazioni di consumatori.
CNA ha scelto il BIM Building Information Modeling per raccontare la trasformazione digitale nel settore delle costruzioni e dell’arredo considerando che dal 2019, secondo il decreto Delrio, diventerà obbligatorio per le grandi opere oltre i 100.000.000 di euro realizzare il progetto in BIM e di conseguenza le maestranze come installatori e impiantisti dovranno saper leggere i progetti BIM e le piccole imprese artigiane dovranno giocoforza aggiornarsi e formarsi in questo senso.
Il BIM non è altro che una rappresentazione digitale delle caratteristiche fisiche e funzionali di una struttura o di un oggetto, che costituisce una base affidabile e sempre aggiornata durante tutto il suo ciclo di vita. Adottare il BIM per un’azienda significa diventare ecosostenibile da diversi punti di vista, infatti alcune statistiche hanno evidenziato che il 75% delle imprese che impiegano il BIM hanno rendimenti positivi sui propri investimenti, con cicli di vita dei progetti più brevi e risparmi sui costi del lavoro di ufficio e dei materiali.
Il convegno “[Re]design il nuovo approccio alla progettazione con il BIM. La trasformazione digitale nel design e nella manifattura” è stato un primo e significativo step che ha fatto il punto su come le PMI devono e possono adeguarsi alla trasformazione digitale in atto attraverso il BIM.
A moderare il convegno Livia Randaccio direttore della testata Imprese Edili edita da Tecniche Nuove che ha subito stigmatizzato il focus degli interventi: il BIM non è solo un tool per ridisegnare il prodotto, ma un vero e proprio paradigma nella gestione di un’impresa, da adottare per entrare nell’economia digitale.
Le PMI soprattutto nel campo dell’edilizia sono sempre state restie al cambiamento, nonostante le grandi potenzialità e la capacità di adattarsi alle esigenze di ogni cliente e soprattutto di dialogare con gli addetti ai lavori, come i progettisti. Il compito di CNA, come ha affermato Nara Bocini di CNA Produzione Nazionale, Portavoce Mestiere Legno, è quello di accompagnare queste aziende verso questo necessario passaggio e supportarle sia dal punto di vista digitale che commerciale.
Francesca Hugony – ricercatrice ENEA in rappresentanza di IBIMI associazione di attività inerenti l’impiego ed utilizzo del BIM – ha parlato proprio di questo, ossia di come l’ENEA – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – sta studiando un sistema di attestazione delle competenze per l’utilizzo del BIM da parte delle imprese artigiane e non solo. Il BIM coinvolge tutte le fasi del processo edilizio di un edificio o di una infrastruttura e dal 2017 ENEA ha intrapreso una call europea e ha costituito un partenariato per un progetto che ha l’obiettivo principale di diffondere il BIM in tutta la filiera, dalle pubbliche amministrazioni alle PMI e di individuare per ogni fase di un processo BIM quali sono le varie competenze specifiche da mettere in atto. Per fare ciò, dato che c’è ancora molta ignoranza sull’argomento, è necessario fare formazione di base e fornire un comune denominatore per le aziende. www.net-ubiep.eu
Ciò avviene anche interfacciandosi con le piattaforme di contenuti BIM, come BIMobejct – anello di congiunzione tra progettisti e aziende produttrici – presente durante il convegno nella figura di Francesca Lotta responsabile commerciale di BIMobject Italy. Nel nostro paese già 31000 progettisti – anche studi di piccole e medie dimensioni – operano in BIM e oltre 2 miliardi di opere sono state realizzate in BIM. Questo rappresenta un vantaggio sia per il progettista – che ha la possibilità di controllare in maniera precisa ogni caratteristica e variante di un progetto, diminuendo il rischio di errore e quindi abbassando sprechi e consumi – sia per l’azienda che può comunicarsi e comunicare i propri prodotti in tempo reale e aggiornato a un target ampio e interessato, che significa entrare in contatto con i progettisti e valorizzare e rendere funzionali i propri prodotti. BIMobjects sta collaborando con il CNA con l’obiettivo di permettere anche alle piccole aziende di lavorare in BIM e soprattutto di far comprendere loro che l’investimento iniziale per la realizzazione del catalogo digitale in BIM èripagato dall’aggiornamento costante, automatico e gratuito dei prodotti in catalogo.
Anche Fabio Massimo, Vicepresidente CNA Milano, ha insistito su questo punto, confermando la volontà a livello europeo di introdurre l’utilizzo del BIM in tutte le amministrazioni pubbliche e affermando come questa transizione coinvolga anche le PMI e le piccole aziende manifatturiere di tutto il territorio italiano che il CNA presidia in maniera capillare.
A dimostrazione di queste affermazioni è venuto a supporto l’intervento dell’architetto Giorgio Schiavini di Dueunostudio Architetti Associati, uno studio di piccole dimensioni che lavora nel territorio e che ha deciso già da tempo di utilizzare il BIM, considerato una vera e proprio filosofia di approccio al progetto, uno strumento che serve per migliorare i processi produttivi in tutta la filiera, per risparmiare tempo e risorse e per potersi interfacciare direttamente con l’impresa e i tecnici, che siano elettricisti, impiantisti, installatori. Così facendo si può essere concorrenziali sul mercato e diventa fondamentale il dialogo nella stessa piattaforma digitale tra progettista, impresa e maestranze che lavorano alla realizzazione sia essa un progetto ex novo o una ristrutturazione dell’esistente.
Gli stessi concetti sono stati espressi da Maria Grazia Marchi di Krea che ha parlato di processi e di condivisione e interconnessione tra questi attraverso il linguaggio comune del BIM. Attraverso la sua società Krea realizza processi BIM nelle aziende e strumenti digitali personalizzati per analizzare il modo in cui si percepiscono e vengono percepite all’esterno. E le PMI non sono escluse da tutto ciò, bensì possono trarre innumerevoli benefici dall’utilizzo del BIM: sviluppare i servizi, definire gli strumenti per farlo, gestire meglio le informazioni e controllare più da vicino il ciclo di vita del progetto, nonché regolare in maniera più efficace i rapporti con la committenza soprattutto in fase di definizione del progetto.
Certamente il BIM è una metodologia da tradurre in linguaggio artigiano, come ha chiosato Claudio Vettor – Responsabile organizzazione, IT e servizio UNIONE ARTIGIANI, ma non è un’impresa impossibile, grazie anche ad organismi come European DIGITAL SME Alliance, il più grande network europeo per quanto riguarda le piccole e medie imprese che operano nel campo dell’ICT. Il suo rappresentante Guido Sabatini ha ammesso lo scarso indice di digitalizzazione delle aziende operanti nel settore arredo ed edilizia in Europa, ma allo stesso tempo ha evidenziato le enormi potenzialità. Il primo step per mettere in atto questa trasformazione digitale, è sicuramente una standardizzazione dei processi e delle norme che regolano l’utilizzo del BIM, necessari affinché questo linguaggio diventi open e fruibile in maniera integrata da tutti.
In chiusura dei lavori inoltre la storica dell’arte e del design Anty Pansera, presidente dell’associazione DcomeDesign, ha raccontato come è cambiato il rapporto tra design e artigianato alla luce della digital transformation.
[Re]design, tema cardine del convegno, significa per CNA portare le PMI e le aziende manifatturiere a ripensare il modo in cui si rappresentano e si presentano agli altri. La quarta rivoluzione industriale in atto sta annullando le differenze tra industria e servizi, tra produttori e consumatori, tra hardware e software ed è necessario farlo applicando le nuove tecnologie anche al settore manifatturiero, attraverso la formazione e la condivisione.