Venti miliardi di euro tra incentivi, fondi per la ricerca, detrazioni per le start up. Il Piano Impresa 4.0 integra impresa e ricerca, lavoro e tecnologia avanzata. Ma industria 4.0 ora diventa impresa 4.0 e dentro ci sono anche i temi dell’alternanza scuola-lavoro e il piano scuola digitale. La più importante leva di crescita occupazionale per il Paese, ma non solo. Se ne è parlato oggi nel corso del convegno “Piano Impresa 4.0, Lavoro, innovazione, nuovi modelli sociali. Risultati 2017 – Linee guida 2018” che si è svolto a Jesi, organizzato all’onorevole Emanuele Lodolini e a cui hanno partecipato, tra gli altri, Mario Pagani, responsabile nazionale CNA per le Politiche Industriali, il deputato Lorenzo Basso, relatore Indagine consociativa Industria 4.0.
Come già espresso da CNA e le altre associazioni di Rete Imprese Italia la settimana scorsa durante l’incontro con il ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda che ha confermato le iniziative a sostegno di processi di investimento innovativi del sistema imprenditoriale del nostro Paese, si è apprezzata la voglia di dare continuità alle misure avviate con la scorsa Legge di Bilancio. Non si può però non esprimere qualche preoccupazione rispetto ad ipotesi di ridimensionamento del perimetro di intervento. Su questo fronte, ci impegneremo con Governo e Parlamento per garantire che le misure possano coinvolgere il numero più esteso possibile di imprese. Condividiamo altresì la necessità di procedere in modo più celere alla realizzazione delle infrastrutture e di stimolare processi formativi adeguati, nella consapevolezza che la banda ultra larga rappresenta una precondizione, mentre la costruzione di un patrimonio di competenze qualificate è l’elemento fondamentale per accompagnare ed accelerare questo processo che può davvero garantire un rafforzamento duraturo delle competitività del sistema Italia.