Consorzio Olio Marche

Settore agroalimentare, ovvero un autentico “boom” nel primo trimestre del 2016. Sia nel campo della produzione che in quello della manipolazione e della trasformazione degli alimenti. La Cna provinciale di Ascoli Piceno e il Centro studi della Cna regionale delle Marche hanno analizzato lo stato di salute del comparto e – sia in base ai dati statistici, regionali e della Camera di Commercio di Ascoli, sia in base a un’analisi a campione delle imprese associate alla Cna Picena – il quadro che è emerge è di gran lunga il più incoraggiante rispetto a tutti gli altri segmenti produttivi del territorio. “Nel primo trimestre 2016 – spiega Luigi Passaretti, presidente della Cna di Ascoli – tutto l’artigianato della provincia ha fatto registrare un più 8,1 per cento per quanto riguarda le nuove aziende iscritte. La crisi non è certo alle spalle ma erano davvero parecchi anni che non si registravano tre mesi così positivi. E l’agroalimentare è fra i settori che stanno recitando una parte da protagonisti in questo nuovo corso”.

 

L’AGROALIMENTARE “PRENDE A BRACCETTO” GIOVANI E DONNE. I dati raccolti ed elaborati dalla Cna di Ascoli non hanno bisogno di ulteriori commenti. Se a livello generale – sempre nel primo trimestre 2016 rispetto al primo trimestre 2015 – l’artigianato ha un più 8,1 per cento riguardo l’iscrizione di nuove imprese, il comparto agroalimentare ha fatto registrare un incremento di ben 61,5 punti percentuali. E non sono solo questi i fattori che fanno del settore uno dei traini dell’economia locale. “Come Cna – aggiunge Francesco Balloni, direttore provinciale dell’Associazione – monitoriamo da sempre anche due fattori che sono purtroppo critici per il territorio, ovvero la nascita di imprese femminili e le start-up di giovani. E da questa analisi abbiamo scoperto che l’agroalimentare è una speranza concreta anche per donne e giovani”. Ovvero: più 63,6 per cento di iscrizioni (sempre nel primo trimestre 2016 rispetto al primo 2015) di imprese guidate da donne e, addirittura, più 516 per cento (ovvero più che quintuplicate) le iscrizioni di imprese guidate da under 35.

 

ISABELLA MANDOZZI E IL CONCORSO “MONNA OLIVA”. “Credere nel valore e nella qualità delle produzioni del nostro territorio – aggiunge Isabella Mandozzi, presidente provinciale di Cna Alimentare e titolare della ditta Oleificio Silvestri Rosina – è una sfida difficile ma che sta dando grandi frutti, sia per gli imprenditori che ci hanno creduto, sia per tutta la nostra economia. E il forum in programma il 25 giugno all’Auditorium del Polo Sant’Agostino di Ascoli sulla produzione delle olive da tavola ne è una testimonianza. Come imprenditrice sono orgogliosa di essere stata delegata dall’Umao di Roma (Unione  Mediterranea Assaggiatore di Olio) per l’organizzazione del concorso Monna Oliva, che vedrà proprio sabato la proclamazione dei vincitori qui ad Ascoli. Città che fra l’altro, con la sua “Tenera” è una delle tre Dop esistenti in Italia. E sono altrettanto fiera del percorso di valorizzazione e di promozione del settore che stiamo portando avanti con la Cna di Ascoli”. Azione di valorizzazione che la Cna di Ascoli segue e incoraggia ormai da anni con il lavoro di tutta la struttura e della funzionaria responsabile del settore, Caterina Mancini.

 

LA CARTA VINCENTE? PRODURRE PER SE STESSI E MENO PER GLI ALTRI. Fra gli ultimi dati raccolti nello studio della Cna, ma non per questo meno significativo, la chiara dimostrazione – numeri alla mano – che il successo del settore è stato in buona parte determinato anche dalla scelta di parecchi produttori del Piceno di lavorare meno per gli altri e di più per se stessi e per il marchio di qualità dei loro prodotti. Ecco in termini numerici la conferma di questo principio. Dando il valore di 100 punti all’indice di produttività del settore, vediamo che nel 2005 questo poteva vantare un lusinghiero valore di 116 punti. Nel 2012, in piena crisi, questo valore era precipitato a 75 punti. Nel 2016 è risalito a 91 punti: ancora sotto a quello di 11 anni fa ma in trend di netta ripresa.

 

PRODUTTORI “PICCOLI” MA FINALMENTE CON UN LORO “BRAND”. E non è tutto. Usando sempre la parametrazione di base dei 100 punti, si vede che la produzione cosiddetta per “conto terzi”, ovvero senza usare un proprio “brand”, nel 2015 valeva 218 punti, nel 2012 valeva 160 punti e nel 2016 vale 115 punti. La differenza, ovvero la crescita, non è data quindi da questo tipo di commercializzazione ma da quello autonomo dei propri prodotti – quindi con un marchio proprio – delle piccole imprese Picene dell’agroalimentare. Questo tipo di produzione, infatti, nel 2005 aveva un valore/peso di 140 punti, nel 2012 era precipitato a 98 punti, nel 2016 è balzato a 116 punti. Quindi da quest’anno si può anche dire che il settore agroalimentare Piceno per la prima volta produce di più in proprio che per altri marchi (116 punti/produzione contro 115 punti). Da qui il “boom” del “tipico” e del “locale” di qualità. Una qualità che vale punti di Pil e che – altro dato importantissimo – ha fatto registrare, sempre nel primo trimestre 2016 rispetto al primo 2015, un incremento occupazionale dello 0,7 per cento.

ED E’ IN ARRIVO UNA “CARTA DELL’OLIO”. Gino Sabatini, presidente della Camera di Commercio di Ascoli Piceno, ha aggiunto nel corso della conferenza stampa della Cna, che la “Camera sta lavorando insieme alle imprese e alle associazioni di categoria per la stesura di una vera e propria carta dell’olio. Uno strumento di conoscenza e di promozione della qualità proprio come avviene ormai da tempo per il vino”.