Sarà per la ripresa che nella nostra regione ancora stenta a decollare o per il “salasso” che le difficoltà del sistema bancario hanno prodotto sui redditi, fatto sta che le famiglie marchigiane nel 2015 hanno tagliato le spese. La spesa media mensile è scesa dai 2.427 euro del 2014 ai 2.305,6 euro del 2015, con un calo di 121,4 euro, pari al 5 per cento. In Italia la spesa media mensile di una famiglia è invece salita da 2.489 a 2.499,4 euro pari allo 0,4 per cento. Peggio di noi solo la Liguria e le regioni del Sud, con la punta negativa delle famiglie calabresi che nel 2015 hanno speso mensilmente solo 1.729,2 euro. Le famiglie siciliane hanno avuto una spesa mensile di 1.824,3 euro e quelle della Basilicata di 1.923,3 euro.  Lontanissime le regioni del Nord, con i lombardi che possono permettersi di spendere 3.030,6 euro al mese ed i trentini 3.022,2 euro. Al terzo posto gli emiliani con 2.903,6 euro.

Ma dove hanno risparmiato i marchigiani? Soprattutto sulle spese per la casa, e per i servizi di acqua, gas e luce, che sono scese dal 36,9 al 36,5 per cento delle spese mensili complessive. In calo anche le spese per le opere di manutenzione straordinaria delle  abitazioni, scese dal 2,5 allo 0,7 per cento. Spese di ristrutturazione rinviate a tempi migliori mentre le spese per mobili e articoli per la casa sono aumentate dal 4 al 4,3 per cento . Le famiglie marchigiane hanno risparmiato sui servizi ricettivi e di ristorazione scesi dal 4,2 al 4 per cento.  Hanno subito un taglio dall’8,4 al 7,5 per cento i servizi per la cura alla persona, di assistenza sociale, finanziari ed in genere le spese per altri beni o servizi mentre anche le spese sanitarie e per la salute sono scese dal 4,1 al 4 per cento.

“Il calo delle spese delle famiglie marchigiane non è una bella notizia” commentano il presidente Cna Marche, Gino Sabatini e il segretario Otello Gregorini “perché se non ripartono i consumi interni anche il nostro sistema produttivo faticherà ad intercettare la ripresa, in quanto la stragrande maggioranza delle aziende marchigiane opera sui mercati locali e nazionali e solo una minoranza di imprese ha importanti sbocchi commerciali all’estero. Anche in Italia la spesa mensile delle famiglie aumenta appena dello 0,4 per cento e non riesce a dare slancio alla ripresa. Occorre ridurre la pressione fiscale sulle imprese e mettere più soldi nelle tasche dei consumatori per rilanciare l’economia”.

La famiglie marchigiane nel 2015 hanno deciso di non risparmiare sulle spese per l’alimentazione, salite dal 18,2 al 18,9 per cento della spesa mensile complessiva. In crescita anche la spesa per ricreazione, spettacoli e cultura ( dal 4,5 al 5 per cento).  Stabili le spese per tabacchi e bevande alcoliche (1,6 per cento), quelle per l’abbigliamento (4,1), per i trasporti (11 per cento) e per le comunicazioni (2,5).

Ma non tutte le famiglie sono uguali.

“Le famiglie di soli stranieri” sottolinea Giovanni Dini direttore del Centro Studi Cna Marche “spendono in media mille euro in meno di quelle composte da italiani mentre la spesa aumenta in maniera considerevole al crescere del titolo di studio dei componenti del nucleo familiare. Le famiglie con capofamiglia laureato spendono mediamente il doppio di quelle dove il capofamiglia ha solo la licenza elementare. Guardando alla situazione professionale hanno maggiori capacità di spesa le famiglie di imprenditori e liberi professionisti, seguono i dirigenti, gli impiegati, gli operai. Ultime le famiglie dove la persona di riferimento è disoccupata”.

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