Continua il percorso intrapreso da CNA Balneatori sia a livello nazionale, sia a livello locale, a tutela delle imprese balneari, di fronte all’incertezza normativa che non viene risolta.
Oltre 3.000 operatori turistici sostengono le proposte di legge che CNA Balneatori, insieme ad un pool di avvocati, ha elaborato. Ora CNA Balneatori inizierà un confronto con le regioni interessate.
Ricordiamo che l’incertezza nasce dalla famosa “Direttiva Bolkestein”, recepita dal nostro paese nel 2010, che prevede il “libero mercato dei servizi”. Da qui vengono messe in discussione le concessioni demaniali su cui si fonda il lavoro delle imprese balneari, aggravata dall’idea che le coste del nostro Paese sia un bene “limitato”.
Cosa continua a proporre CNA? Al di là del fatto, che dal 2010 ad oggi è ora che si stabiliscano le “regole del gioco”, mentre siamo ancora di fronte ad un totale stato di incertezza, la proposta di legge CNA inviata alla regione, continua a sostenere due principi fondamentali: il “legittimo affidamento” ed il “principio del doppio binario”.
In sostanza, si ribadisce come le imprese che già operano sulla spiaggia in concessione, abbiano fatto investimenti, per creare e valorizzare la propria attività, in ragione di un affidamento concessionario continuativo e legittimo. A partire da questo, si sostiene che possano essere messe a bando pubblico sole le concessioni di nuove aree.
“Infatti da una nostra indagine risulta – sottolinea Stefano Rossi, responsabile CNA Balneatori Forlì-Cesena – che il 60% della costa italiana è ancora libero da concessioni. Significa che la limitatezza del territorio, sostenuta nei principi delle sentenze in favore dell’applicazione della Bolkestein, è ancora lontana da venire. Per questo continuiamo a sostenere che le regioni devono fare un censimento delle aree libere. Dopo aver incontrato l’Unione europea e i rappresentanti del governo, stiamo sottoponendo la nostra proposta di legge a tutte le regioni, in modo che si possa creare un ampio consenso per avere un viatico condiviso e veloce”.
“La nostra azione – prosegue Rossi – gode del vantaggio di portare gli interessi delle imprese di tutto il territorio italiano. Siamo consapevoli che la vicenda è andata troppo per le lunghe e che occorre decisamente e velocemente imboccare la strada della risoluzione di un problema che mette a rischio la sopravvivenza di uno dei settori trainanti della nostra economia. Chiunque voglia approfondire queste posizioni, può rivolgersi a noi presso i nostri uffici”.