Con circa 700 imprese regolarmente registrate in provincia di Treviso (4 mila in Veneto), il settore dell’estetica si ribella alla legge regionale che vorrebbe istituire la figura professionale dell’onicotecnico, ovvero chi si occupa della ricostruzione delle unghie, estendendola anche a chi non sia in possesso dell’abilitazione di estetista.
A sollevare il problema, di carattere sia economico che igienico-sanitario, è Giuliano Chies della CNA territoriale di Treviso che chiede venga annullata la recente modifica alla legge regionale che regolamenta l’attività di estetista.
Tale legge regionale, la 29/1991, è stata modificata con un provvedimento inserito all’interno del Collegato alla Legge di Stabilità regionale 2017. Si tratta dell’art. 112 che prevede che chi vuole esercitare l’attività di onicotecnico possa farlo senza l’abilitazione di estetista ma con un corso di formazione non definito a dovere.
«Purtroppo sono in aumento le persone che si improvvisano onicotecnici praticando questa attività in nero – denuncia Raffaella Pozzebon, presidente di CNA Benessere e Sanità -. Il risultato è spesso un danno di salute per le clienti costrette poi ad andare dal dermatologo per curarsi. Capita infatti che vengano anche utilizzati prodotti tossici dannosi per la salute, senza contare che queste figure non possono certo avere l’esperienza di estetiste che ottengono la qualifica dopo un percorso di studi triennale e 900 ore di formazione, e sono esposte penalmente».
A breve ci sarà una discussione alla Camera su questo tema grazie all’interrogazione presentata, su segnalazione della CNA regionale, da un parlamentare veneto.
La CNA di Treviso sollecita i parlamentari trevigiani a prendere posizione, in occasione del dibattito parlamentare, a favore della difesa della professionalità e della salute dei cittadini.