“Riteniamo che far passare i piccoli imprenditori e i lavoratori autonomi per evasori fiscali perché dichiarano redditi bassi sia un’interpretazione sbagliata e non corrispondente alla realtà”. Lo afferma Claudio Corrarati, presidente della CNA-SHV di Bolzano, in riferimento allo studio sui redditi degli altoatesini diffuso dall’Istituto promozione lavoratori.

Secondo l’Ipl, il 59,4% di altoatesini ha dichiarato nel 2015 redditi da lavoro dipendente e il 27,4% redditi da pensione. Il gettito Irpef è costituito per il 77,7% da dipendenti e pensionati. L’87,2% dei redditi dei dipendenti e l’87,7% dei redditi dei pensionati è sotto i 35.000 euro lordi, mentre solo il 38,9% dei redditi da lavoro autonomo – afferma l’Ipl – è sotto questa soglia. Da qui il richiamo alla “lealtà fiscale”.

“I redditi degli imprenditori, soprattutto delle piccole imprese – replica il presidente Corrarati – tengono conto della priorità che si dà lo stesso imprenditore nel garantire ai dipendenti quanto dovuto. Il margine ridotto della redditività delle aziende, provocato dalla crisi, fa sì che in molte piccole o piccolissime aziende il datore di lavoro, dopo aver pagato tutto e tutti, banche comprese, percepisca un reddito inferiore a quanto dei dipendenti. Anni fa i margini di redditività permettevano ai datori di lavoro di avere redditi più alti, commettendo magari l’errore di non capitalizzare le aziende. Oggi non è più così”.

“Ormai – prosegue il presidente di CNA-SHV – c’è un livellamento di reddito tra imprenditori di piccole e micro imprese, dipendenti e pensionati: le ultime due categorie ricevono un compenso mensile, mentre il datore di lavoro non percepisce con continuità il reddito in quanto attende che ci sia la necessaria liquidità, dando priorità alle spettanze dei dipendenti. I redditi dei datori di lavoro non sono bassi per l’evasione fiscale: questo dato, semmai, è un chiaro segnale di come le nostre aziende oggi manchino della redditività che permetta di ripagare il rischio imprenditoriale con un reddito adeguato”.