La CNA di Ancona elabora uno studio sulla situazione economica del territorio e pone una particolare attenzione alla provincia e al capoluogo marchigiano.
“Mentre nella regione il numero delle imprese cessate supera le nuove iscrizioni (saldo -74), nella provincia di Ancona la ripresa è cominciata nel secondo trimestre ed è proseguita nel terzo per arrivare ad un saldo positivo di +43 nuove imprese – spiega Andrea Riccardi Segretario della CNA di Ancona – Più precisamente da gennaio a marzo i numero sono impietosi, dove il saldo tra aperti e chiusi segna –299 imprese. La situazione è migliorata da aprile a giugno, dove il saldo è diventato positivo con +220 e da luglio a settembre con +122. Tuttavia, i settori in crescita non sono precisabili, perché molte nuove imprese si concentrano nella voce imprese non classificate”.
Dallo studio della CNA si evince che, a livello provinciale, i settori più in crisi sono quello del commercio (con 358 aperture contro 552 chiusure: saldo –194), delle costruzioni (saldo –103), delle manifatture (-63) e dei servizi di alloggio e ristorazione (-56). A portare il saldo in positivo sono quindi le imprese non classificate, quelle che ancora non si sa come inquadrarle.
“Se facciamo un focus sui singoli comuni – prosegue Riccardi – solo a Chiaravalle e Filottrano il saldo tra ingressi e uscite di imprese nei primi nove mesi dell’anno è negativo (rispettivamente –14 e –16); ad andare meglio è Senigallia (+48), Jesi (+47), Osimo (+27), Ancona (+22) e Falconara (+20)”.
Nel comune di Ancona, come per la provincia, è il settore del commercio ad essere maggiormente in crisi (98 aperture contro 155 chiusure: saldo –57) e quello l’edilizia (31 iscrizioni e 50 cessazioni: –19).
“Anche in questo caso – precisa il Segretario della CNA – le imprese non classificate nate nel territorio comunale sono ben 194 e rendono difficile uno studio più preciso e dettagliato. Tuttavia, se guardiamo il totale delle imprese, vediamo un saldo positivo (+22), ma nel capoluogo chiudono circa 47 imprese al mese”.