Le imprenditrici sono il 23%, per il 63% sono presenti in società, Forlì è la città con più imprese al femminile

CNA Impresa Donna Forlì-Cesena, allora Comitato Impresa Donna CNA, nasce nel marzo del 1990 presentando i dati organizzativi riferiti alle imprenditrici associate. Oggi, dopo 25 anni, analizza crescita e cambiamenti dell’imprenditoria femminile. 

Spiega la presidente di CNA Impresa Donna Forlì-Cesena Elena Balsamini: “in 25 anni è cresciuto anche il ruolo delle imprenditrici nell’Associazione, fino a sancirne la presenza negli organi in base allo Statuto. CNA Forlì-Cesena ha anticipato queste scelte, promuovendo la presenza delle donne negli organismi dirigenti fin dagli anni ’90. Ciò ha prodotto più attenzione ai problemi che le imprenditrici devono affrontare in tema di conciliazione, sottolineo al riguardo un importante risultato conseguito in questi giorni, cioè il riconoscimento della possibilità di accedere ai voucher baby sitter anche per le lavoratrici autonome come CNA aveva da subito rivendicato. Ma anche attenzione alle difficoltà che le imprese gestite da donne possono incontrare, per esempio nell’accesso al credito. Oppure la creazione di sistemi di tutela specifici per le mamme autonome e i loro neonati, come quelle contenute nel fondo di assistenza integrativa SanArti”.

“La crescita delle imprese femminili e delle imprenditrici nelle società e nel lavoro autonomo è un fenomeno irreversibile – prosegue Balsamini – le iscritte a CNA nel 1990 erano 2.399, oggi sono 3.094, una crescita del 29%. Di queste, 1.140 sono titolari o legali rappresentanti d’impresa e 1.954 sono socie, amministratrici o collaboratrici.  È interessante analizzare come sono cambiati gli ambiti in cui le donne fanno impresa, utilizzando il riferimento delle Unioni CNA.  Settori come Benessere e Sanità, dove le imprenditrici sono state sempre presenti, sono cresciuti “solo” del 14,5 % (da 427 a 489). In altre attività come l’Alimentare, sono cresciute del 75% (da 244 a 427), nell’ambito dei servizi, le attuali Unioni Installazione Impianti, Servizi alla Comunità, Comunicazione e Terziario avanzato, Artigianato artistico, la crescita è stata del 146% (da 434 a 1.070). Nella Produzione l’aumento è stato del 24,5% (da 359 a 447). Nelle Costruzioni, settore tradizionalmente maschile, vi è stata una vera esplosione con una crescita del 296% (da 64 a 254) e nel Trasporto l’aumento è stato del 56,5% (da 115 A 180) questi aumenti sono dovuti soprattutto alla presenza nelle società. Federmoda riflette, invece, le difficoltà di questo settore e segnala l’unico pesante calo: -70% (da 756 a 227). Anche l’evoluzione della scolarità ha cambiato in parte il modo con cui le donne fanno impresa”.

“Oggi le donne – conclude Balsamini – sono il 23% degli associati a CNA con una presenza molto forte nei comuni di Forlì (1.064); Cesena (600) e Cesenatico (135). Nel comprensorio forlivese le imprenditrici associate a CNA sono 1.739, in quello cesenate 1.206”.

 

Entrando ulteriormente nello specifico, le titolari di ditte individuali sono 1.140, nelle società sono presenti 1.954 imprenditrici, pari al 63% del totale delle donne iscritte a CNA. Un aspetto interessante riguarda i comparti: analizzandoli con riferimento alla ragione sociale, vediamo che fra le titolari di ditte individuali il 16% è nel settore manifatturiero e il 60% in quello dei servizi. Per quanto riguarda le società, il 25% delle imprenditrici socie è nel comparto manifatturiero e il 59% nei servizi.  L’analisi in base all’ età vede una prevalenza di imprenditrici oltre i 30 anni, in particolare nel settore dei servizi dove costituiscono il 60% del totale.

Dall’insieme dei dati è possibile individuare tre profili imprenditoriali al femminile in qualche modo rappresentativi delle esperienze più diffuse.

Un primo profilo è riconducibile alle ditte individuali dei servizi, dove sono presenti imprenditrici che hanno avviato le proprie attività da tempo, per esempio nei settori del benessere e bellezza

Un secondo profilo riguarda le imprenditrici, anche di settori non tradizionalmente femminili come produzione, costruzioni e impiantistica, presenti nelle società per effetto dei passaggi generazionali o nelle società a carattere familiare

Il terzo profilo, infine, è riconducibile a imprenditrici fino ai 30 anni. Sono giovani donne che avviano attività sia in settori “classici” come il benessere, ma anche nei servizi alla comunità e nell’alimentazione, con un’attenzione particolare alle nuove esigenze di città universitarie come Forlì e Cesena e in settori innovativi quali comunicazione e terziario avanzato.