“Il territorio e le imprese vanno ascoltati, se si intende lavorare per una ripartenza, soprattutto in una situazione post sismica caratterizzata solo da grandi interrogativi. Tutte le occasioni di confronto vanno colte, se si vuole dare risposte concrete. L’inversione di rotta è possibile laddove il dialogo è reale. All’incontro di ieri pomeriggio al Montani siamo andati con una articolata lista di questioni da sottoporre ai nostri referenti regionali, che però non c’erano. La politica regionale ha dato l’ennesima dimostrazione di quanto scarsa sia l’attenzione verso il Fermano che, insieme agli altri territori feriti dal terremoto, merita di più”.
All’indomani del workshop “Risorse su cui contare” organizzato dalla Regione Marche ieri nell’aula magna dell’ITIS “Montani” e dedicato alla presentazione dei bandi FESR, il Direttore Provinciale di CNA Fermo Alessandro Migliore sottolinea l’assenza degli assessori Bora e Cesetti, attesi interlocutori.
“La disponibilità di CNA a partecipare all’incontro era mirata al raggiungimento di un obiettivo – spiega Alessandro Migliore – cioè portare all’attenzione della politica le istanze sia di chi quotidianamente cerca uno spiraglio di sopravvivenza per la propria impresa sia di coloro che vogliono sviluppare la propria attività. La situazione non rosea del Fermano, che nonostante tutto non ha meritato l’inclusione nelle aree di crisi, è stata aggravata dal terremoto. In un contesto in cui si parla di fondi europei, di questioni di cui discutere ce ne sarebbero state anche troppe”.
A proposito della gestione post sisma, si rileva a più livelli grande incertezza: “La più pericolosa è quella relativa all’operatività: ad oggi non ci sono ancora le convenzioni con le banche, per cui ai contributi per delocalizzazione e ricostruzione manca la sostanza. In questo modo le iniziative imprenditoriali dei nostri associati nelle zone più disastrate sono praticamente bloccate. Inoltre, non c’è certezza nemmeno sui tempi di erogazione dei contributi a tasso zero per le attività produttive, previsti dall’articolo 24 del decreto 189. Per cui, di quale sviluppo dobbiamo parlare?”
Riguardo i fondi europei e di quella sorta di “complesso di inferiorità” delle Marche del Sud rispetto alle province di Ancona e Pesaro-Urbino, di cui si è detto nel corso dell’incontro, Migliore afferma: “Eliminare le istituzioni locali, come la Camera di Commercio, non aiuta a recuperare il gap che invece aumenta. Perché i piccoli non riescono a reperire le risorse? In un contesto in cui la cultura della progettazione è ancora indietro, i criteri di assegnazione dei punteggi previsti sono nella maggior parte dei casi escludenti e non aiutano i progetti delle pmi, meritevoli come quelli delle realtà più strutturate. Di questioni, anche più tecniche, ce ne sarebbero fin troppe, ma in assenza di confronto la situazione si fa ancora più difficile”.