Le imprese sono soggette alle ispezioni da parte di numerose diverse autorità. Di fronte alla moltitudine di enti controllanti per le imprese diventa difficile mantenere il quadro della situazione e superare tutti gli ostacoli burocratici. Va inoltre valutata l’effettiva necessità di talune ispezioni.
Un articolo recentemente apparso sul quotidiano Il Sole 24 Ore ha analizzato più da vicino il tema dei controlli, elencando le varie tipologie di ispezione e le rispettive autorità competenti in Italia. In Alto Adige sono complessivamente 16 le autorità che effettuano 40 differenti ispezioni in imprese private; tra queste figurano l’Agenzia delle Entrate, l’Azienda sanitaria, i Comuni, l’INAIL, l’INPS, l’Agenzia dell’ambiente, i Vigili del Fuoco, la SIAE, i Carabinieri, la Guardia di Finanza e anche la Camera di commercio. I controlli riguardano ad esempio gli obblighi fiscali, la sicurezza sul lavoro e dei prodotti, le prescrizioni igieniche e ambientali. In questi ambiti esistono inoltre molti obblighi di comunicazione e procedure di autorizzazione.
I controlli vengono effettuati indipendentemente dalle dimensioni e dal settore dell’impresa: ciò significa che una piccola impresa artigiana è soggetta alle stesse ispezioni previste per una grande azienda industriale. I costi dei controlli sono elevati, in particolare per le piccole imprese. Quando si presenta ad esempio la Guardia di Finanza, gli operatori economici devono dedicare in media sedici ore ai controlli, che diventano cinque se invece si presentano gli ispettori del lavoro. Complessivamente le verifiche sull’economia italiana costano 369 milioni di euro all’anno.
Questi esempi dimostrano chiaramente quanta burocrazia ci sia in Italia e quali siano i suoi costi. “Sarebbe ora di riflettere su in che forma questi controlli siano utili e in che forma invece non lo siano, sulla loro frequenza e su eventuali doppioni”, dichiara il Presidente della Camera di commercio, Michl Ebner. Dall’elenco riportato dal quotidiano Il Sole 24 Ore emerge ad esempio che per i controlli in campo ambientale sono competenti cinque differenti istituzioni, in campo fiscale addirittura sette. Con un numero così elevato di enti che effettuano controlli sulla stessa materia le sovrapposizioni sono inevitabili. Una burocrazia di questa portata pesa soprattutto sulle spalle di imprenditrici e imprenditori.
“La strada giusta per abbattere la burocrazia sarebbe mettere a disposizione già a priori una vasta offerta di consulenza e informazione invece che concentrarsi sulle ispezioni”, conclude Ebner.
Il Presidente della CNA-SHV, Claudio Corrarati, da un giudizio positivo delle esternazioni del Presidente Ebner aggiungendo che «la CNA-SHV, come immagino le altre associazioni imprenditoriali, è già fortemente impegnata non solo nell’attività di informazione e corretta consulenza alle imprese, ma anche di sensibilizzazione ed educazione alla legalità. Chi non fa la propria parte è lo Stato con i suoi Enti locali, che non solo non premiano gli atteggiamenti virtuosi ma puniscono più le piccole imprese che le grandi (se è vero che i grandi evasori la fanno sempre franca …) e più le piccole irregolarità che le totali elusioni delle regole ambientali e di sicurezza, che riescono solo raramente a fare emergere.»