Sono la metà del cielo ed anche qualcosa di più, ma nel sistema produttivo marchigiano, le donne rappresentano ancora il 22,6 per cento dei titolari d’impresa e continuano ad affrontare difficoltà superiori rispetto ai loro colleghi maschi. Inoltre due imprese femminili su tre sono microimprese con la sola titolare o con un solo addetto (26.370 su 39.799) e il 94 per cento ha meno di 5 addetti.
Non sarà un otto marzo da festeggiare quindi, quello del 2015, per le imprese femminili. Tra il 2013 e il 2014 le aziende dirette da donne nelle Marche sono diminuite di 2.804 unità, passando da 42.603 a 39.799. La doccia fredda arriva dai dati sulle imprese registrate alle Camere di commercio elaborati dai Centri Studi di CNA e Confartigianato Marche. Sempre nel 2014 le imprese maschili registrate sono invece aumentate, nelle Marche, di 1.280 unità.
“L’aumento di 362 imprese femminili tra marzo e ottobre” affermano CNA e Confartigianato Marche ”ci aveva illuso ma i dati complessivi del 2014 ci riportano alla realtà di un sistema sociale ed economico dove è difficile per una donna fare impresa per le difficoltà di accesso al credito si moltiplicano se si tratta di un’impresa femminile e restano molto complicato conciliare i tempi di lavoro con quelli familiari”.
Le difficoltà maggiori, per le imprese “rosa” delle Marche si sono registrate nelle attività commerciali (-764) che scendono da 10.517 a 9.753. Male anche le attività manifatturiere che hanno perso 426 aziende, scendendo da 5.284 a 4.858. Nel manifatturiero a soffrire di più sono state le aziende calzaturiere (-110). Male anche il mobile (-79) mentre tengono gli alimentari (+4). In calo le imprese agricole (-385), le attività di alloggio e ristorazione (-195), le attività immobiliari (-309) e quelle professionali (-142). Unica nota positiva i servizi alla persona (+120). Sul territorio sono le province di Ancona (-879) e Pesaro Urbino (-770) a far registrare i risultati peggiori per l’imprenditoria femminile, seguite da Macerata (-562), Fermo (-350) e Ascoli Piceno (-243).
Numeri che sarebbero ancora peggiori senza l’importante contributo delle 4.062 imprese marchigiane guidate da donne straniere, pari al 10,2 per cento del totale.
“Di fronte a questi dati” sostengono Confartigianato e CNA Marche “il modo migliore per festeggiare l’8 marzo è quello di un forte impegno delle istituzioni per rimuovere gli ostacoli che ancora frenano l’imprenditoria femminile attraverso il potenziamento del welfare, il sostegno alle nuove imprese guidate da donne, servizi di formazione e assistenza all’imprenditorialità femminile. Servizi alla persona, turismo, enogastronomia, cultura sono i settori sui quali puntare per far crescere l’imprenditorialità femminile marchigiana, cercando di sfruttare al meglio anche le opportunità offerte da Expo 2015”.