Non sono certamente soddisfatti gli operatori del settore per l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del regolamento di attuazione della direttiva 2014/33/Ue relativa agli ascensori. “Al di là delle promesse formali – commenta Vittorio Schininà, responsabile provinciale Cna Ragusa Installazione e impianti – sono rimaste irrisolte diverse questioni che le associazioni di categoria avevano segnalato come molto urgenti da definire”. Nel testo del provvedimento, infatti, manca l’obbligo di adeguare alle norme di sicurezza i circa 700.000 impianti di elevazione installati prima del 1999 e qualsiasi riferimento, dopo gli impegni presi, ad una norma che consenta la ricostituzione delle commissioni d’esame per abilitare alla manutenzione degli ascensori abolite qualche anno fa con la legge sulla spending rewiew. Cna Installazione e impianti e le altre associazioni di categoria del settore ascensoristico avevano segnalato da tempo al ministero dello Sviluppo economico che la sospensione, quasi tre anni fa, delle sessioni di esame presso le prefetture avrebbe determinato disagi crescenti per le imprese e per i lavoratori del comparto ascensoristico. Da un lato, infatti, le imprese hanno difficoltà a far fronte alle commesse di manutenzione in quanto non riescono a sostituire il personale patentato in uscita, nella maggior parte dei casi per pensionamento, con tecnici abilitati; dall’altro, i giovani che hanno concluso il periodo di 5 anni presso le ditte di ascensori e montacarichi, non possono essere assunti a tempo indeterminato come previsto dal Ccnl, in quanto impossibilitati a conseguire l’abilitazione necessaria per poter operare sugli impianti proprio a causa della sospensione delle commissioni per il conseguimento del certificato di abilitazione.
“Sulla necessità di un adeguamento degli impianti in termini di sicurezza – prosegue Maurizio Scalone, presidente provinciale Cna Ragusa Installazione e impianti – si è pensato di risolvere il problema con una generica raccomandazione ad intervenire in futuro che francamente lascia il tempo che trova, mentre sulla ricostituzione delle commissioni d’esame ci si è addirittura voltati dall’altra parte attaccandosi a pareri del Consiglio di Stato che avevano comunque riconosciuto la fondatezza delle nostre richieste sollecitando la politica a trovare soluzioni ai problemi posti”. Nei suoi pareri, il Consiglio di Stato aveva considerato legittima, con tecnicismi comunque difficilmente comprensibili per gli operatori del settore, la scelta di non intervenire sulla necessità di adeguamento degli impianti di elevazione installati prima del 1999 e dichiarato che non c’erano basi legali per la ricostituzione delle commissioni d’esame per l’abilitazione e la manutenzione degli ascensori. In entrambi i casi, però, lo stesso Consiglio aveva evidenziato l’urgenza di un intervento legislativo raccomandando a Camera e Senato di intervenire al più presto. “Confidiamo ora – concludono Scalone e Schininà – che dalle parole si passi presto ai fatti e che due problemi fondamentali per il settore siano risolti al più presto”.