L’obiettivo è migliorare l’informazione al consumatore e razionalizzare la norma che fin dal 1992 ha cominciato a disciplinare il settore alimentare. L’oggetto del seminario organizzato dalla Cna Rovigo, alla presenza di una buona rappresentanza di operatori, ha riguardato il regolamento comunitario 1169 del 2011 che già nel 2014 ha introdotto l’obbligo per gli addetti ai lavori dell’etichettatura alimentare e che da quest’anno, precisamente il 13 dicembre 2016, saranno soggetti anche all’etichettatura nutrizionale.

Un evento che ha visto la partecipazione dei massimi esperti nazionali dell’associazione, Gabriele Rotini e Maria Pia Miani, ma anche l’autorità di controllo come il Sian di Adria, con il suo direttore Giuseppe Cortese, e un esperto del settore, Federico Maronati di Artigeniale.

E proprio dal Sian arriva un messaggio di grande collaborazione per le imprese. “Il messaggio che insieme alla Cna vogliamo dare è di grande apertura – ha dichiarato Giuseppe Cortese -. Il nostro servizio organizza molte attività di informazione e formazione e la parte ispettiva non deve essere vista come un pericolo ambulante ma come un’attività di servizio che soprattutto tutela il consumatore e le tante imprese che si muovono nel rispetto delle regole e con attenzione al mercato.”

E proprio ad avere più attenzione al mercato si è richiamato anche Federico Maronati, specializzato con la sua azienda nello start di imprese alimentari soprattutto gelaterie. “Il prodotto e il prezzo non sono più le sole cose che bisogna valutare per il successo di un’azienda del food. Dobbiamo imparare a differenziarci, a renderci unici e anche norme che apparentemente accrescono la già pesante burocrazia, vanno colta come un’opportunità di crescita e di marketing per aprire nuove frontiere.”

La parte più strettamente tecnica è stata affidata a Gabriele Rotini responsabile nazionale della Cna Alimentare che ha ricordato anche il prossimo evento del 16 aprile in cui verrà sancito dal Governo l’introduzione del concetto “agroalimentare” anche come ramo ministeriale quasi a testimoniare che il prodotto e la sua trasformazione, tipica dell’artigiano, hanno sempre più un confine molto stretto.

A Maria Pia Miani, consulente specializzata del settore di Cna Interpreta, è toccato il compito di spiegare in concreto cosa vuol dire la nuova norma sull’etichettatura nutrizionale. “Si tratta di una norma trasversale al settore – ha precisato l’esperta di Cna -. Dal 13 dicembre 2016 il dispositivo si applica in tutte le fasi della catena alimentare quando le loro attività riguardano la fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori e si applica a tutti gli alimenti destinati al consumatore finale, compresi quelli forniti alle collettività. Riguarda i prodotti preimballati a meno che non siano destinati alla vendita “sfusa”. 

Diversi i casi di eslclusione e per questo Cna – continua Miani – si sta battendo con forza a Bruxelles per proteggere le piccole e medie imprese. I casi di esclusione riguardano anche chi produce in “piccole quantità” prodotti alimentari destinati alla vendita anche se non abbiamo ancora parametri sufficienti dal legislatore per stabilire cosa intendiamo per piccole quantità.”

Ma cosa deve contenere obbligatoriamente la dichiarazione nutrizionale? Vanno sicuramente indicati il valore energetico e la quantità di grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale. Altre informazioni sono facoltative ma bisogna prestare attenzione a messaggi pubblicitari ingannevoli senza il supporto del dato circostanziato.

“Vi sono parametri di riferimento precisi – ha concluso Maria Pia Miani – ma attenzione sempre all’evidenza dell’informazione perché poi le sanzioni che andranno in vigore possono essere anche pesanti.”

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