Va a passo di lumaca l’export abruzzese, capace di realizzare nei primi sei mesi del 2015 un incremento di appena 26 milioni di euro rispetto alla stessa data dell’anno prima: 3.672 milioni di euro contro 3.646. Ma, quel che è peggio, segnando un incremento di appena lo 0,7% sul 2015, a dispetto della media nazionale che vola con un 5% di aumento.
E’ quanto emerge da uno studio sull’andamento delle esportazioni abruzzesi tra gennaio e giugno di quest’anno realizzato per la Cna Abruzzo da Aldo Ronci. Con il vento in poppa sui mercati internazionali – dice l’indagine – restano solo i mezzi di trasporto, concentrati attorno ai colossi Sevel e Honda. In sei mesi, per questo comparto, che rappresenta da solo quali la metà del totale delle esportazioni, all’attivo ci sono 102 milioni di euro, anche se la crescita viaggia, è il caso di dirlo, con minor impeto della media nazionale: 6,2% contro il 18,6%.
Per tutti gli altri prodotti messi assieme accade l’opposto, visto che flettono di 76 milioni, in aperta controtendenza rispetto alla media Italia: 3,8% in meno, contro il “+3,4%” nazionale. Un’area, questa, in cui hanno una presenza anche le piccole imprese abruzzesi, e che presenta un rischio crescente di marginalizzazione sui mercati esteri. I decrementi più importanti, così, si sono registrati nel settore dei prodotti in metallo (-34;-15,6%), in quello degli articoli in gomma e plastica (-25;-6,7%), e in quello degli apparecchi elettrici (-13;-10,9%). L’unico settore a ottenere un incremento significativo è stato quello degli apparecchi elettronici (+19;+34,8%).
Capitolo agro-alimentare. L’export passa da 256 milioni del primo semestre 2014 a 262 del 2015 ottenendo un incremento di 6 milioni, con un incremento pari al 2,5%, che però è pari ad 1/3 del dato nazionale (+8,1%): «Una crescita – illustra Ronci – che continua certo ad essere positiva, anche se lontana dalle crescite percentuali a due cifre degli anni scorsi. Resta il fatto che comunque, data la non elevata incidenza (7%) sul totale dell’export, l’agro-alimentare non riesce a sostenere più di tanto incisivamente l’export dei prodotti delle imprese abruzzesi». Più in generale, Ronci attribuisce il cattivo andamento delle esportazioni regionali «al fatto che sono entrate in crisi le imprese del tessile e dell’abbigliamento, le stesse che nel passato avevano dato un apporto fondamentale. E questa considerazione riguarda anche i settori che più recentemente hanno sostenuto le esportazioni, come farmaceutico e chimico, o quelli legati alla produzione degli apparecchi elettrici e degli articoli in gomma». «Alcuni appuntamenti come Expo 2015 – osserva il direttore della Cna abruzzese, Graziano Di Costanzo – hanno rappresentato per le imprese dell’agro-alimentare italiano una importante occasione di sviluppo sui mercati internazionali. Un effetto che non sembra, almeno per ora, essersi riverberato sullo stesso settore abruzzese».