Il tavolo di coordinamento lanciato da CNA Costruzioni della provincia di Ancona e dagli ordini professionali (ingegneri, architetti, geometri, geologi) parte già con un’assenza importante: quella della regione Marche. Assenza che è stata subito segnalata con disappunto negli interventi dei vari relatori nel corso della tavola rotonda, svoltasi ad Ancona, in occasione dell’assemblea elettiva di CNA costruzioni provinciale.
Sono 23000 le aziende edili nelle Marche di cui il 70% rappresentato da imprese artigiane: il cuore, quindi, del processo di ricostruzione dei territori colpiti dal sisma che ancora stenta a decollare. “Il nostro progetto – spiega Giampiero Cardinali, neo portavoce CNA costruzioni della provincia di Ancona – è teso ad offrire ricostruzione di qualità, nei tempi il più possibile adeguati. Non tendiamo al business ma a renderci partecipi del nostro territorio facendo squadra con tutti gli attori interessati, affinché le aree martoriate dal sisma possano rinascere e tornare ad essere quel polo di attrazione che sono sempre state”. la strada però sembra ancora lontana.
“Se sono stati fatti i sopralluoghi di vulnerabilità sismica su circa 60.000 edifici, grazie anche all’impegno volontario di molti professionisti – dichiara Alberto Romagnoli, vice presidente dell’ordine degli ingegneri della provincia di Ancona – manca ad oggi la ricognizione di ben 20.000 edifici. E su 70 progetti di ricostruzione (schede AEDES) presentati alla regione, ad oggi nessuno è stata ancora autorizzato”. Si parla, dunque, di immobilismo. Dalla tavola rotonda emerge un segnale chiaro: più concertazione tra gli attori della filiera prima che le ordinanze vengano emesse. Solo così si potranno accelerare i tempi, nel rispetto della qualità e venire incontro alle esigenze dei terremotati.
Al termine dell’evento sono stati rinnovati gli organismi dirigenti di CNA Costruzioni. Giampiero Cardinali, di Jesi, ha preso il posto di Matteo Sticozzi.