Ogni anno, per più di 7 mesi, le aziende di Pistoia e Prato non lavorano per se stesse ma per il fisco al quale devolvono, tra imposte nazionali e locali, una cifra esorbitante del proprio reddito totale: il 58,9% (Prato) e il 59,4% (Pistoia). Soddisfatto l’erario, solo a ridosso delle ferie – il 2 e il 4 agosto – le imprese del territorio possono tagliare il traguardo del Tax Free Day (cioè la data in cui iniziano a produrre per la propria sopravvivenza) e iniziano a concentrarsi sui propri introiti e sulla propria sopravvivenza.
Ma quanto resta, dopo questa “stangata” nelle tasche degli imprenditori?
Dalla simulazione effettuata su un’impresa tipo – composta di 4 operai come addetti e 50.000 euro di reddito d’impresa – presa a campione dall’Osservatorio fiscale CNA in ben 135 comuni capoluogo italiani, a fine anno emerge che l’azienda avrà versato oltre 30.000 euro in imposte e resterà con un reddito di impresa pari a poco più di 20.000 euro, vale a dire circa 1.600 euro al mese. Una cifra assolutamente insufficiente a consolidare le attività e ad investire per modernizzarsi e crescere.
Questi, in sintesi, i dati relativi al nostro territorio presentati ieri da CNA Toscana Centro agli oltre 130 partecipanti all’iniziativa “Comune che vai fisco che trovi” a Villa Smilea (Montale) dove, sui temi più spinosi per le imprese – fisco, Tari, burocrazia, evasione fiscale ecc. – si sono confrontati i Sindaci di Pistoia e Prato, Alessandro Tomasi e Matteo Biffoni, la presidente di CNA Toscana Centro, Elena Calabria, il Presidente nazionale CNA Daniele Vaccarino e il Presidente regionale Andrea Di Benedetto, mentre i dati sono stati illustrati da Claudio Carpentieri, Responsabile Politiche Fiscali CNA nazionale.
La Presidente di CNA Toscana Centro, Elena Calabria ha messo sul tavolo dei due Sindaci sia le criticità che danneggiano le imprese, sia proposte mirate a facilitare l’economia del territorio.
“Cna Toscana Centro, nata dalla fusione delle ex Cna di Prato e Pistoia, rappresenta oggi oltre 25.000 soci, tra imprese e cittadini, al terzo posto in Italia, al primo posto in Toscana, racchiude tutti i settori produttivi . La nascita di CNA Toscana Centro si deve ad una profonda convinzione: la dimensione provinciale non basta più a risolvere i problemi delle imprese, e questo concetto lo ribadiamo oggi con forza visto che le fusioni rappresentano il futuro per i nostri territori, perché consentono realmente e in concreto di efficentare le strutture, di valorizzare il merito, di ricollocarsi strategicamente e sono certa che i nostri interlocutori istituzionali siano consapevoli di questo. Se non iniziamo seriamente a lavorare, tutti insieme, in un’ottica extraterritoriale, non sarà possibile amministrare costruttivamente e far crescere questa “area vasta”, economicamente strategica, con medesimi interessi e necessità e spetta alle p.a., sia nazionali che locali, creare un contesto favorevole allo sviluppo.
Tornando al tema centrale, quello della pressione fiscale, socio occulto di tutte le nostre aziende, ai nostri soci, ogni anno, servono ben 216 giorni per liberarsi dal “giogo” del fisco. Per 7 mesi l’anno le aziende lavorano per adempiere agli obblighi fiscali e nel 2017 devolveranno in imposte varie il 58,9% (Prato) e il 59,4% (Pistoia) del proprio reddito totale.
Altra tassa indigesta è l’Imu sui capannoni, tassati per ben tre volte dallo stato e dagli enti locali. Una vera e propria beffa. Ecco perché torniamo a chiedere con forza provvedimenti per rendere l’Imu pagata sugli immobili strumentali delle imprese completamente deducibile dal reddito d’impresa.
La necessità di abbassare il carico fiscale va di pari passo con l’urgenza di semplificare la vita delle imprese e di avere una burocrazia più leggera e snella. La nostra Confederazione ha calcolato che un carrozziere, per aprire l’attività, deve far fronte a ben 76 pratiche in 24 uffici; un’impresa edile ne deve affrontare 73 in 18 uffici; un fotografo deve sbrigare 53 pratiche in 18 enti diversi e chi vuole aprire un salone di estetica ha ben 55 adempimenti in 22 amministrazioni pubbliche. E’ questo lo scotto, pesante, che un artigiano deve pagare ad una burocrazia ad oggi nemica del fare impresa, anche solo per l’avviamento. Per non parlare poi delle decine di adempimenti previsti e obbligatori ai quali bisogna poi far fronte nell’arco di ogni anno.
Pagare le tasse si deve, lo abbiamo sempre sostenuto. Ma a fronte di quanto si versa, e non poco, devono corrispondere servizi efficienti e funzionanti. Oggi su questo territorio, così non è. Abbiamo migliaia di imprese di Prato e Pistoia che pagano due volte, la Tari per i rifiuti urbani e i gestori privati per smaltire i rifiuti speciali. Malgrado questi costi raddoppiati, e il supporto delle convenzioni siglate da CNA con tanti soggetti autorizzati, queste imprese non ottengono un servizio adeguato e sono costrette addirittura a stoccare i rifiuti nei magazzini, in attesa del ritiro. Questo non è accettabile, così come non è accettabile non poter contare su regolamenti uniformi, validi e omogenei per tutta la Toscana centrale, e per le relative amministrazioni.
Infine, una necessità impellente è attivare una seria e forte lotta all’ evazione fiscale recuperando risorse e capitali che potrebbero invece essere investiti sullo sviluppo del territorio e delle aziende trasparenti e legali, con immediate ricadute positive sul territorio.
Se per sostenere le imprese i nostri obiettivi ruotano su tre parole – Cambiamento, Aggregazione e Riforme – altrettanto deve valere per i Governi nazionali e locali, chiamati a modernizzarsi, varare politiche industriali oggi assenti, ridurre i costi del lavoro, investire in infrastrutture, tutelare il Made In Italy, combattere evasione fiscale e illegalità”.
Su questi punti, ha detto il Presidente CNA Nazionale Daniele Vaccarino “CNA sta svolgendo a tutti i tavoli istituzionali un lavoro oceanico e su fisco e burocrazia abbiamo fornito gli strumenti pratici per sciogliere questi nodi e favorire l’economia. Ad oggi le imprese subiscono la sommatoria di responsabilità tra Comuni, enti e Regioni e una disparità di aliquote e trattamenti a seconda dei territori in cui operano. Attraverso questa indagine nazionale sappiamo, adesso, come e dove intervenire con maggior forza. Lo stesso impegno lo stiamo mettendo nella battaglia contro una burocrazia ormai insostenibile. Sappiamo che la ripresa è debole e due sono le parole chiave da mettere in atto subito: la coesione di intenti istituzionali e la stabilità dei Governi nazionali e locali”.
Il Presidente CNA Toscana Andrea Di Benedetto ha aggiunto che “è anche necessario studiare meccanismi premianti per le imprese che investono non solo in macchinari ma anche e soprattutto in risorse umane e innovazione e si dimostrano in grado di supportare l’occupazione e la crescita. Inoltre vanno informatizzate le procedure e va agevolata la fatturazione elettronica globale per rendere tutto più trasparente ed evitare che la burocrazia sottragga tempo alla produttività facendo solo perdere tempo a imprese e clienti”.
Da parte dei Sindaci Matteo Biffoni e Alessandro Tomasi sono venuti impegni precisi per superare questi ostacoli.
Il Sindaco di Prato, Biffoni, ha sottolineato che “occorre uniformare la burocrazia complessiva e devonoe sserci stazioni territoriali simili perché, come accade sulla Tari, occorre i protocolli si scontrano con la realtà dei fatti. Ad esempio la tematica degli scarti tessili poco interessa a Pistoia o Sesto ma è fondamentale per Prato, oppure la raccolta porta a porta dei rifiuti, fatta a Prato ma non ancora a Pistoia. Stesso discorso vale per la burocrazia. E’ estenuante il percorso per aprire un’attività e stiamo già intervenendo per ridurre al minimo tempi e costi”.
Il Sindaco di Pistoia, Tomasi, ha precisato che “Sul piano rifiuti, abbiamo chiesto ad Alia un nuovo piano industriale per la raccolta e un progetto chiaro e sostenibile, senza cassonetti a vista. Inoltre per contrastare l’abbandono delle zone più isolate, siamo intenzionati a ridurre la Tari alle imprese situate in zone di Montagna e ad introdurre agevolazioni alle aziende del centro storico. Inoltre, l’Imu è allo 0,1%, ma il bilancio è in equilibrio delicato e il Comune è al limite. Per questo servono coraggio e grandi riforme strutturali. La sfida maggiore è riuscire a farcela senza chiedere altre imposte a cittadini e imprese”