Avanti il processo di fusione con la Camera di commercio di Pescara, ma senza strappi e forzature. In linea con una posizione da sempre espressa dalla Cna di Chieti, che adesso in tanti, tardivamente, sembrano voler far propria fuori tempo massimo. Confermando un governo complessivo dell’organismo camerale «incerto e contraddittorio». Lo afferma una nota della confederazione artigiana teatina presieduta da Savino Saraceni e diretta da Letizia Scastiglia, secondo cui «destano sorpresa  l’interesse e la presa di posizione dei dieci consiglieri camerali che adesso, tardivamente, chiedono più trasparenza e meno fretta nel processo di fusione. Posizioni che la Cna ha espresso in tempi non sospetti e nelle sedi istituzionali proprie, anche a costo di subire il dileggio – fummo perfino definiti con il sarcasmo di qualche organo di stampa, dei “panda in via d’estinzione” – ma mantenendo sempre la nostra coerenza».

Letizia Scastiglia ricostruisce con dovizia di particolari e date il processo di fusione dei due organismi camerali di Chieti e Pescara: «Il procedimento è stato aperto il 4 novembre 2014 con la delibera 127 della Giunta della Camera di commercio di Chieti, con un astenuto e due contrari, tra i quali il presidente della Cna Saraceni, motivata non certo dalla contrarietà alla fusione in sé, ma al colpo di acceleratore che si voleva imprimere.  Poi, l’11 maggio scorso anche il Consiglio camerale ha deliberato l’accorpamento, con l’astensione dei rappresentanti della Cna, e sempre in ragione della mancanza di chiarezza su numeri, bilanci, criteri di fusione».

Poi, con l’insediamento del nuovo consiglio camerale, ecco le sorprese, tutte e due recenti: «Prima il 29 giugno scorso, e poi il 28 luglio, quelle componenti – prima fra tutte la Confcommercio – un tempo schierate per una fusione senza “se” e senza “ma”, hanno cominciato a sollevare dubbi ed eccezioni,  che con disinvoltura erano stati messi da parte a tempo debito. In un clima che appare di latente sfiducia nei confronti del presidente stesso». In queste condizioni, l’esito della prossima seduta del consiglio camerale, fissata per dopodomani, 16 settembre, appare quantomeno problematico: «Nella mia attività di consigliere ho sempre condotto una linea decisa, esprimendo concetti forti, nella speranza che qualche collega mi potesse dire che stavo sbagliando – afferma Saraceni – ma con il passare del tempo le mie riserve si rafforzano. Non c’è comunicazione tra il presidente e il vice presidente vicario: svolgiamo il nostro ruolo di amministratori senza senso di orientamento. Meglio fermarsi prima che si commettano errori irreparabili».

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