Percentuale di forza lavoro più alta delle Marche nella fascia di età compresa fra 15 e 24 anni. Tasso di disoccupazione in crescita maggiore rispetto a tutte le altre province della regione. Percentuale più alta di giovani – nel 2014 rispetto al 2013 – che hanno trovato un’occupazione. Letti così potrebbero essere dati statistici frutto di un bicchiere di troppo. Invece è la fotografia che il Centro studi statistici del Sistema CNA regionale ha curato per l’Associazione provinciale. “Dati all’apparenza disorganici e disomogenei – spiega Francesco Balloni, direttore della CNA di Ascoli Piceno – ma che se ben analizzati testimoniano un territorio e un sistema produttivo che per sopravvivere sta cambiando radicalmente pelle. Governare in modo adeguato questo cambiamento farà la differenza fra sviluppo e irreversibile declino”.
Giovani e lavoro. Nella provincia di Ascoli Piceno la popolazione in età lavorativa compresa nella fascia più giovane ha un peso maggiore rispetto al dato complessivo regionale. Nel Piceno gli occupati con età compresa fra 25 e 54 anni sono il 47,1 per cento dell’intera popolazione attiva, contro il 47,8 della media regionale. Per contro, i giovani occupati fra i 15 e i 24 anni rappresentano nel Piceno 11,1 per cento della popolazione attiva, contro il 10,8 per cento del dato complessivo regionale. “Restano i dati molto gravi della disoccupazione – aggiunge Barbara Tomassini, vice presidente vicaria della CNA Picena – ma quello che riescono a fare i giovani con la loro voglia di creare e innovare può fare la differenza. Questo fa sì che la nostra provincia sia una delle più giovani per quello che riguarda l’età media degli occupati”.
Ancora fanalino di coda per l’occupazione. Se questi dati danno una qualche speranza per il futuro – si evince sempre dall’analisi fatta dalla CNA di Ascoli sulla situazione occupazionale della provincia – anche per il 2014, rispetto al 2013, il fronte lavoro ha dimostrato di essere ancora una trincea in prima linea. Nel Piceno la partecipazione al mercato del lavoro resta la più bassa: 66,4 per cento a fronte di un dato regionale del 69,6 per cento. Un dato negativo caratterizzato principalmente dalla bassa partecipazione al lavoro della componente femminile della popolazione. Nel Piceno hanno avuto un lavoro nel 2014 il 57,3 per cento del maschi e solo il 42,7 per cento delle femmine. Nella regione la proporzione è invece considerevolmente diversa: 55,3 per cento maschi e 44,7 per cento femmine.
Leader nel lavoro indipendente ma crescono le famiglie monoreddito. “Questi numeri non sono certo rassicuranti perché – aggiunge il direttore Balloni – stanno a significare che in un altissimo numero di famiglie c’è una situazione di forte arretramento con il passaggio da tutti e due i coniugi occupati a una sempre maggiore condizione di monoreddito. Cresce infatti del 15,3 per cento il numero delle famiglie che nel 2013 potevano contare su due stipendi e che nel 2014 si sono dovuti accontentare solo di reddito. Se non, caso purtroppo tutt’altro che raro, di entrambi i componenti senza lavoro, sia per disoccupazione da lavoro dipendente o per chiusura di attività lavorativa autonoma. Ma il dato della crescita del lavoro indipendente, insieme a quello della percentuale di giovani occupati rispetto ai meno giovani, danno un senso inequivocabile di cauta speranza per il futuro”. E l’analisi della CNA Picena su questo fronte recita dati chiarissimi. Nel 2014, considerando tutte le persone occupate nella provincia, il 28,1 per cento lo sono stato grazie a un lavoro indipendente. E questa è la percentuale più alta di tutte le Marche: 26,9 Pesaro, 26,4 per cento Macerata, 25,9 Fermo e 22,6 per cento Ancona.
Ancora troppa disoccupazione. Prospettive forse un po’ meno nere, anche dai dati analizzati dalla CNA di Ascoli, ma la fotografia dell’attuale resta drammatica. Le statistiche dicono che gli occupati – nel 2014 e anche in questo primo scorcio del 2015 – stanno crescendo più velocemente nella provincia di Ascoli Piceno (più 4,9 per cento) che nel resto della regione (media dello 0,3 per cento). Ma nonostante ciò il Piceno – con un tasso di occupazione pari al 58, 2 per cento – resta all’ultimo posto nella regione: Ancona 64, 2 per cento; Macerata 63,8 per cento; Fermo 62 per cento; Pesaro 61,5 per cento. Media regionale: occupata il 62, 4 per cento della popolazione. Piceno: percentuale di crescita degli occupati più alta della regione nel 2014, ma percentuale di occupati ancora abbondantemente sotto la media regionale (58,2 per cento contro il 62,4 per cento). Unica piccola consolazione: il fatto che il non lusinghiero dato del 58,2 per cento di occupati nel Piceno del 2014 rappresenta comunque un dato notevolmente positivo rispetto al “nerissimo” 2013 quando – sempre nel Piceno – la percentuale degli occupati era appena del 55,3 per cento.
All’avvio del 2015 il credito alle famiglie mostra i primi segnali di ripresa delle erogazioni. Crescono e resistono nel tempo più le imprese giovani e innovative che quelle tradizionali. Secondo l’analisi di Fidimpresa Marche, che ha elaborato gli ultimi dati in arrivo dalla Banca d’Italia, è più incisiva la ripresa nel mercato dei mutui immobiliari, sia nella componente dei mutui d’acquisto (+5.3%), sia soprattutto in quella delle surroghe (+208%). Più timida la crescita dei flussi di credito al consumo (+1.2%), sostenuta dai finanziamenti finalizzati all’acquisto di auto/moto e da quelli veicolati via carte rateali/opzione. “Dopo diversi anni di tendenza standardizzata – spiega Massimo Capriotti, direttore provinciale di Fidimpesa Marche – nel secondo semestre 2014 e in questo avvio di 2015 vediamo che, appunto per la prima volta da molti anni, le neoimprese e quelle con titolare under 35 sono diventate fra le migliori in fatto di tenuta nel tempo e di fatturato. Precedentemente la mortalità di queste aziende era altissima. Ora lo è molto di meno è questo è un altro indicatore, insieme al dato che pur contraendosi ancora l’occupazione sono proprio i giovani che stanno avendo migliori possibilità di accedere al mercato del lavoro dipendente ma soprattutto autonomo, che ci fa capire come la creatività, l’innovazione e la ricerca di nuove forme di finanziamento stanno davvero ridisegnando la fisionomia del Piceno. E questa è una speranza concreta per il futuro”.