Sindacati e associazioni dell’artigianato e delle piccole e medie imprese hanno raggiunto l’intesa sule linee guida per la riforma degli assetti contrattuali e delle relazioni sindacali. CGIL, CISL e UIL hanno firmato con CNA e le altre organizzazioni, i testi che stabiliscono: la riduzione dei contratti da nove a quattro, il mantenimento di due livelli di contrattazione (nazionale e territoriale/aziendale), il rafforzamento del sistema della bilateralità e regole per misurare la rappresentatività.
“E’ un’intesa importante che crea le premesse per contratti di lavoro molto innovativi ed efficaci, con un modello più snello e con più certezze, in modo da venire incontro alle esigenze delle aziende ed alle aspettative dei lavoratori”. Lo afferma il Segretario Generale della CISL, Annamaria Furlan, a margine della firma dell’accordo sul modello contrattuale con le associazioni di artigiani e pmi alla CNA.
“Ma questo accordo – continua Furlan – insieme agli altri che firmeremo nei prossimi giorni con le altre associazioni imprenditoriali assume un valore politico che va al di la’ del contenuto della contrattazione: testimonia la volontà delle parti sociali di svolgere pienamente ed autonomamente il proprio ruolo responsabile come un elemento centrale della società italiana e di cui non si può fare a meno, superando anche vecchi e nuovi luoghi comuni ed i pregiudizi di chi riteneva non più indispensabile il ruolo dei corpi intermedi”.
“Sintesi unitaria importante, perché di fronte alle minacce sull’inutilità dei corpi intermedi – ha affermato Susanna Camusso, Segretario Generale CGIL – abbiamo dimostrato di esser in grado di regolare le relazioni industriali”.
“L’accordo sul nuovo modello contrattuale con le associazioni datoriali del settore artigiani dimostra che i corpi intermedi servono al Paese”. Lo dichiara il Segretario Generale della UIL, Carmelo Barbagallo, a margine della firma dell’intesa presso la CNA. “Abbiamo impiegato nove mesi per raggiungere questo obiettivo: ora si apre una nuova fase e possiamo fare i contratti puntando sulla crescita”, conclude il leader sindacale.
Inoltre è stato siglato un accordo sulla detassazione dei premi di risultato, con l’obiettivo di potenziare gli elementi utili a incrementare la produttività.
Gli accordi, firmati all’auditorium della CNA dopo nove mesi di trattative, prevedono che i nuovi contratti collettivi nazionali di lavoro si riferiscono alle macro aree: manifatturiero, servizi, edilizia e autotrasporto. Inoltre sanciscono che i due livelli di contrattazione “hanno pari cogenza e sono regolati dal principio di inscindibilità”: il contratto nazionale, in particolare, garantisce trattamenti economici e normativi comuni, mentre quello territoriale o aziendale può modificare parzialmente anche quanto previsto a livello nazionale.