Il 19 aprile di quest’anno, con il decreto legislativo numero 50 del 18 aprile, è entrato in vigore il nuovo Codice degli appalti e concessioni che ha collocato in pensione il precedente decreto legislativo 163/2006 e le continue e successive modifiche approvate negli anni. Con l’entrata in vigore del nuovo Codice le novità risultano essere parecchie sia per le stazioni appaltanti che per chi concorre. A partire dai requisiti di partecipazione, dai nuovi sistemi di qualificazione ai criteri di valutazione. Per non parlare del rating di impresa, delle commissioni oltre alla riduzione delle stazioni appaltanti grazie alla centralizzazione dei servizi. La questione è stata al centro, ieri mattina, di un convegno promosso dalla Cna costruzioni, tenutosi nella sede di Ragusa dell’associazione di categoria, a cui sono stati invitati a partecipare i deputati nazionali dell’area iblea e i rappresentanti delle stazioni appaltanti.
La Cna era rappresentata dal presidente provinciale di Ragusa, Giuseppe Santocono, dal presidente dell’Unione Costruzioni, Bartolo Alecci, e dal responsabile provinciale della stessa Unione, Vittorio Schininà. Erano presenti la senatrice del Pd Venera Padua e il deputato nazionale M5s, Marialucia Lorefice. E’ intervenuto anche il questore di Ragusa, Giuseppe Gammino, e il sindaco di Monterosso Almo, Paolo Buscema. Il decreto legislativo numero 50, è stato sottolineato, recepisce e unisce in un unico corpo tre direttive comunitarie. “Ma mentre – ha spiegato Santocono – secondo la volontà del legislatore comunitario le tre direttive avevano l’obiettivo strategico di rilanciare l’economia attraverso la leva macroeconomica degli appalti, il legislatore italiano ha deciso di perseguire un altro obiettivo, la lotta alla corruzione, al malaffare, all’illegalità, risentendo chiaramente delle inchieste della magistratura che periodicamente hanno scoperchiato tangenti, mafia, lievitazione dei costi delle gare, scarsa trasparenza, evasione, opere scadenti e altro ancora.
Nella nuova legge ci sono innovazioni positive ma anche ombre e criticità. Sembrano emergere contraddizioni interpretative”. “Come sistema Cna – ha aggiunto Alecci – abbiamo chiesto sin da subito, e ottenuto, un coinvolgimento diretto sin dalla fase di elaborazione delle linee guida e dei decreti attuativi”. “E come Cna provinciale di Ragusa – ha precisato ulteriormente Schininà – abbiamo giocato un ruolo importante: tra i tanti siamo stati quelli che hanno lavorato più intensamente per meglio tutelare gli interessi di tutto quel numeroso e capillare sistema fatto da micro, piccole e medie imprese, interessate dalla riforma”. La senatrice Padua ha messo in luce che “non si può non riconoscere la bontà della norma che mette al centro la trasparenza e combatte la corruzione che sappiamo essere uno dei motori frenanti della nostra economia. Se noi riusciremo a combatterla in maniera forte e continuativa, recupereremo delle risorse che possono servire non solo per l’edilizia ma per tutto il sistema del sociale. E questo è un aspetto che vale la pena di considerare nella maniera dovuta. Ma non solo. E’ stata ridotta la farraginosità burocratica. Il numero degli articoli è stato snellito pur nella difficoltà con cui si è stati costretti a fare i conti nel mettere mano a una riforma così importante. Il percorso è lungo. Ma le norme si fanno e si monitorano. Il confronto serve per questo.
Le eventuali criticità potranno essere meglio esaminate dopo un anno di osservazione. Il nuovo codice, inoltre, tutela in maniera attenta i lavoratori. E poi si guarda con attenzione alla tutela del paesaggio e dell’ambiente”. L’on. Marialucia Lorefice ha chiarito che “l’incontro è stato fondamentale per capire quali le esigenze che la Cna, e gli artigiani in generale, stanno mettendo in rilievo. Noi che siamo nelle istituzioni – ha aggiunto – ci dobbiamo fare portavoce delle loro richieste. Il loro è un grido d’aiuto perché stiamo parlando di Pmi che rappresentano il cuore e la ricchezza del nostro Paese e non possiamo non prenderle in considerazione. Accoglierò le loro richieste, farò in modo che possano arrivare nelle commissioni di merito, portando avanti anche il punto di vista del mio movimento dopo un opportuno confronto con gli esperti. A noi non piace questo nuovo Codice, non abbiamo espresso un parere favorevole. Devono ancora arrivare cinquanta decreti attuativi. Auspichiamo che le storture che ci sono possano essere risolti con l’uscita dei decreti. Non appena saranno emanati, avremo le idee più chiare su ciò che è stato fatto”.