Calzature, macchine agricole, armi e munizioni, le eccellenze agroalimentari. Sono questi i prodotti marchigiani che hanno conquistato il mercato statunitense. Ma il protezionismo Usa minaccia l’export marchigiano. La decisione di Trump di imporre dazi su alcune merci provenienti dall’estero rischia di colpire pesantemente le esportazioni della nostra regione. Nel mirino del presidente statunitense la moda, la meccanica, le lavorazioni dei metalli, l’agroalimentare. Settori che rappresentano le principali voci delle esportazioni negli Stati Uniti delle nostre imprese.
“Siamo preoccupati” afferma il presidente Cna Marche Gino Sabatini “perché gli Stati Uniti rappresentano il quarto Paese per destinazione delle merci prodotte nelle Marche e la guerra commerciale decisa da Trump rischia di colpirle pesantemente. Infatti moda, meccanica e prodotti in metallo sono le principali voci dell’export marchigiano negli Stati uniti. Se si considera anche l’agroalimentare si arriva al 70 per cento di tutte le merci esportate negli Usa lo scorso anno. Mettere dazi su questi settori significa mettere un freno gigantesco alla vendita di prodotti marchigiani perché il loro costo sarebbe destinato ad impennarsi e non sarebbero più appetibili per i consumatori americani”.
Dagli Stati Uniti nel 2016 abbiamo importato merci per 147,8 milioni di euro per un saldo commerciale in attivo di 608 milioni di euro. L’import per il 50 per cento riguarda prodotti farmaceutici. Seguono i mezzi di trasporto (soprattutto aerei ed elecotteri) con il 12 per cento.
Lo scorso anno, secondo le elaborazioni del Centro Studi Cna Marche su dati Istat le imprese marchigiane hanno esportato negli Usa merci per 756 milioni di euro, con un incremento del 3,3 per cento rispetto al 2015. A fare la parte del leone la meccanica con 215,2 milioni di euro e la moda con 196,3 milioni di euro. Subito dietro i prodotti metalliferi con 98,1 milioni di euro. Tra prodotti dell’agricoltura ed alimentari gli statunitensi hanno acquistato dalle Marche prodotti per 15,7 milioni di euro.
“In particolare” spiega Sabatini “negli Usa sono richiestissime le nostre calzature che coprono il 73,6 per cento delle esportazioni della moda. Tra i prodotti della meccanica particolarmente apprezzate sono le macchine agricole che rappresentano il 38,7 per cento dell’export del settore. Infine, tra gli articoli in metallo, il 70,6 per cento degli acquisti statunitensi è rappresentato da armi e munizioni con 69,2 milioni di euro. Una stretta su questi prodotti metterebbe a rischio interi distretti industriali marchigiani, che già devono fare i conti con la crisi e, per il calzaturiero, con il post terremoto. Speriamo prevalga il buon senso e si trovi un accordo commerciale che salvaguardi le nostre esportazioni negli Usa”