“La normativa sarà all’esame del Consiglio dei Ministri il 15 febbraio e sarà una delle cinque più importanti riforme per il Paese del Governo Renzi. Il nostro obiettivo – ha sottolineato Nencini – è valorizzare il sistema delle Pmi che rappresenta la peculiarità dell’economia italiana. Addio al massimo ribasso, centralità della progettazione, sostegno a chi utilizza prodotti del territorio, pagamento diretto dei subappaltatori, divisioni dell’appalto in lotti e quote prefissate, clausole sociali per l’occupazione nel territorio”. Il vice Ministro ha anche rivolto un appello alle Pmi: aggregatevi. E questo perché in Italia, rispetto all’Europa, le piccole imprese sono spesso micro imprese, un gradino al di sopra di quelle familiari. La competizione passa anche dall’aggregazione.

Il vice Ministro Nencini ha annunciato le altre principali novità dell’ormai nuovo imminente Codice degli appalti. “Fondamentale sarà avere la garanzia del completamento delle opere: oggi non siamo nemmeno in grado di dire quante e quali sono quelle incompiute. Per raggiungere questo obiettivo, gli strumenti sono la semplificazione delle procedure e la certezza dei finanziamenti. Oggi siamo di fronte a carenze progettuali che determinano il ricorso alle varianti. E questo accade in oltre l’80% dei casi. Spesso le imprese che si sono aggiudicate una gara, recuperano il ribasso della loro offerta proprio con la variante. A bloccare i lavori contribuiscono poi ricorsi alla giustizia e conseguenti interventi della Magistratura”.

Nencini ha anche promesso una drastica riduzione delle stazioni appaltanti, cioè degli enti che promuovono le gare: “nessuno sa quante siano. Si parla da 23mila a 36mila. Ma probabilmente sono più di 50.000. Si va dagli organi centrali dello Stato alle singole e piccole scuole. Il nostro obiettivo è ridurre il numero totale a 1.800”.

Per le imprese partecipanti verrà introdotto il rating di merito valorizzando sia le professionalità che le capacità d’innovazione delle imprese.

Dalla forma alla sostanza e cioè dal Codice agli investimenti per i lavori. “Gli appalti rappresentano il 15% del Pil ma la parte pubblica è appena l’1,5%. Negli ultimi anni abbiamo avuto un crollo degli investimenti pubblici, circa il 40%, che ha determinato in modo particolare seri problemi ai lavori di manutenzione”.

Le prospettive indicate dal vice Ministro Nencini sono state giudicate convincenti: “la valutazione è positiva – ha commentato Andrea Sereni, Presidente della Camera di Commercio. Dobbiamo recuperare  il differenziale negativo con l’Europa: la media continentale di aumento degli investimenti infrastrutturali è stata, in questi anni, dell’80%. In Italia solo del 10%”.

Il Sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, ha sottolineato la positività di “aver messo la progettualità al centro di qualsiasi opera pubblica. Un progetto ben fatto è l’unica garanzia di arrivare in tempi certi alla conclusione”.  Indispensabile, secondo il Sindaco Ghinelli, è anche la riforma della legge Bassanini.

Mauro Patrussi, vice Presidente regionale di CNA, ha ricordato che “l’associazione si attende, dal nuovo Codice, lo scioglimento dei nodi che si sono creati negli ultimi 25 anni. E auspichiamo che  abbia fine l’esclusione delle piccole imprese dalla generalità degli appalti, soprattutto pubblici, per  sostenere la ripresa del settore e irrobustire la crescita”.

“Condividiamo le priorità indicate dal vice Ministro Nencini – ha detto la Presidente provinciale di CNA, Franca Binazzi. Quindi semplificazione, riduzione degli oneri, uso strategico degli appalti e, soprattutto, facilitazione all’accesso per le Pmi. Questi sono strumenti per far crescere l’economia, garantire la legalità contro le infiltrazioni delle mafie, sostenere le imprese locali e i territori nei quali esse operano. Questo codice fornisce una ricetta efficace. Ci aspettiamo tempi rapidi per la sua attuazione in norme semplici”.

 

 

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