CNA Colline forlivesi presenta, per il secondo anno consecutivo, un’indagine su un campione significativo di imprese associate (50), stratificate per settori di attività e operanti nell’area che comprende le vallate del Bidente, del Montone, del Rabbi e del Tramazzo. La ricerca è nata per avere informazioni aggiornate sulla situazione economica del territorio, approfondire i bisogni delle imprese e individuare percorsi e azioni specifiche.
“Emerge un quadro generale – afferma Mauro Turchi, presidente di CNA Colline forlivesi – che per la prima volta da alcuni anni presenta segnali positivi. Infatti le imprese che aumentano produzione o servizi, passano dal 23% del 2013 al 27% della chiusura 2014. Contemporaneamente cala dal 31% al 27% la percentuale di chi ha dichiarato una flessione. Nella previsione sull’andamento congiunturale del primo semestre del 2015, il 18% degli intervistati si esprime per una ripresa generalizzata, il 53% prevede stazionarietà, mentre il 29% pensa a una ulteriore regressione.
“L’ultima parte dell’indagine – prosegue Turchi – si è concentrata sul rapporto con gli enti locali e sulle azioni principali da porre in essere per sostenere concretamente la crescita del sistema imprenditoriale. Rispetto ad un anno fa emerge chiaramente un “aumento di consapevolezza” verso strumenti di aggregazione istituzionale quali le Unioni dei Comuni, per ridurre i costi e semplificare la macchina burocratica. L’aspettativa è quella di liberare risorse per gli investimenti e allargare i confini della programmazione. La priorità riguardo agli interventi che si vorrebbero vedere realizzati, va agli incentivi alle imprese (75%), a politiche per favorire lo sviluppo turistico dell’area (47%), seguite da interventi sulla viabilità (17%) e dalla richiesta di miglioramento dei servizi pubblici (16%).
Questi gli altri focus dell’indagine:
Andamento del mercato/produzione
Costruzioni
Il 40% delle imprese (contro il 17% del 2013) ha avuto un 2014 positivo, ma occorre ricordare che il settore ha registrato flessioni, più o meno marcate, sin dal 2010.
Il dato riferito all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, pari al 51%, è il più elevato fra tutti i settori analizzati: un’azienda su due è stata toccata da riduzione dell’attività, a connotare una situazione di crisi strutturale. Sono sempre più marcate sia la difficoltà di riscuotere i crediti, sia la restrizione dei finanziamenti concessi dagli istituti bancari, che tendono a diversificare le proprie esposizioni fra i vari comparti economici e a riservare alle imprese edili e al mercato immobiliare quote di credito inferiori rispetto al passato.
Manifattura
Anche in questo settore vengono evidenziati segnali di lieve ripresa, derivanti dal buon differenziale di periodo: +13% rispetto alla chiusura del 2013.
Nel complesso il settore manifatturiero evidenzia un mercato in leggera ripresa, soprattutto per le imprese che esportano, con ordinativi in crescita; tuttavia la liquidità aziendale resta stazionaria. Ci sono ancora difficoltà a reperire risorse finanziarie e questo non è di stimolo agli investimenti. Le imprese sono in fase di leggero ottimismo, anche se ci sono differenze tra settore e settore del medesimo comparto (come nella meccanica); occorre ancora un po’ di tempo per capire se ci sarà un’effettiva ripresa economica dell’intera manifattura.
Servizi
Solo il 21% delle imprese ha avuto un 2014 positivo (contro il 24% del 2013) in quanto questa ampia fascia della piccola imprenditoria (che va dal benessere e sanità, alle attività di acconciatura ed estetica, dall’autoriparazione all’impiantistica) è quella che ha risentito per ultima gli effetti della crisi, essendo legata ai consumi privati ed è quella che può considerarsi come “vero e proprio termometro” di una congiuntura.
Concorrenza
Il 36% (contro il 51% del 2013) ha denunciato la presenza di comportamenti di “concorrenza sleale”, in alcuni casi anche precisando la natura del fenomeno che, come prevedibile, assume maggiore significatività nel comparto dei servizi, con il 41% (era il 56% nel 2013) di imprese che denunciano la presenza di fenomeni distorsivi. Come si può notare, il fenomeno è in calo, ma ancora sufficientemente presente da alimentare un “mercato distorto”.
La situazione occupazionale
Il dato sull’occupazione è risultato negativo: nel 2014 si sono perse 98 unità, pari al -5,5% sul totale occupati. Le previsioni degli imprenditori per il 1° semestre del 2015 sono però per un lieve incremento. Analizzando la tendenza a livello settoriale, registriamo nell’edilizia un’attesa di aumento nel 60% dei casi, mentre lo scorso anno tale percentuale era addirittura pari a zero, e nella manifattura una aspettativa di crescita per il doppio degli intervistati: 18% del 2014 (contro il 9,5% del 2013).
Investimenti e ricorso al credito
Il 49% del campione non ha fatto ricorso a finanziamenti e non ha effettuato investimenti, nel 2014. Rispetto all’anno precedente, aumentano le imprese che finanziano i propri investimenti con “mezzi propri” e “credito ordinario a breve”, passando dal 28% del 2013 al 35,5% del 2014. A dimostrazione, da un lato, di investimenti di piccola entità e dall’altro di quanto ancora siano restie le banche nell’elargizione del credito.