Tra gennaio e novembre  l’occupazione sale del 3,3 per cento. Impennata dei nuovi contratti a tempo indeterminato: + 9,2 per cento.

La crescita dell’occupazione nelle micro e piccole imprese sta superando anche la sfida del “generale autunno”.  Tra gennaio e novembre l’incremento ha toccato il 3,3 per cento. E tra ottobre e novembre l’aumento è stato dello 0,3 per cento.

E’ il terzo incremento congiunturale consecutivo. Permette alle micro e piccole imprese (Mpi) di chiudere il trimestre autunnale settembre-novembre con un risultato significativamente positivo (+0,9 per cento) che contrasta con la flessione registrata nello stesso periodo del 2014 (-0,4 per cento). Dall’inizio del 2015 l’occupazione ha segnato una variazione cumulata quasi tre volte superiore a quella messa a segno nel periodo gennaio-novembre 2014 (+1,2 per cento).

Lo rileva l’Osservatorio Mercato del Lavoro, curato dal Centro Studi della CNA, che analizza mensilmente l’occupazione in un campione di 20.500 Mpi con 125mila dipendenti. 

Nei primi nove mesi del 2015, sotto l’impatto di una ripresa ancora fragile e disomogenea, il tempo determinato è risultato il contratto più rispondente alle esigenze delle Mpi. Il 56 per cento delle nuove assunzioni è stato realizzato proprio con questo tipo di contratto.

In forte accelerazione anche le assunzioni a tempo indeterminato (+9,2 per cento rispetto ai primi nove mesi del 2014). Un’accelerazione che ha compensato quasi per intero le cessazioni con uno scarto del -2,1 per cento. A conti fatti, nonostante otto anni di crisi, le Mpi rimangono tenacemente il presidio del lavoro stabile. A fine novembre, il contratto a tempo indeterminato rimaneva applicato all’81,8 per cento degli addetti.

L’aumento congiunturale dell’occupazione a novembre ha interessato nella stessa misura dello 0,3 per cento uomini e donne. Dall’inizio dell’anno, però, la crescita ha riguardato la componente maschile (+4,6 per cento) in maggior misura di quella femminile (+1,2 per cento).