Questa è la storia di un ex sindacalista “arrabbiato”. Di una terra capace di tremare e distruggere, ma allo stesso tempo di generare un vino millenario. Un vino dedicato a cinque donne. Tutte di nome Marianna. E’ la storia di Ciriaco Coscia, 63 anni, fatta di contrasti e passioni forti, come la sua terra: l’Irpinia.
Nato e cresciuto in provincia di Avellino, un passato nella politica e nella militanza nel PCI, iniziato come segretario della Fgci provinciale. Poi il sindacato, la Cgil, rappresentante degli edili prima e della Fiom poi. In mezzo un anno “che ha cambiato tutto”: il 1980, la lotta “persa” dei 35 giorni alla Fiat, ma soprattutto il terremoto in Irpinia. E poi anni di battaglie, accordi importanti, occasioni sprecate.
“Nel 1993 ho deciso di cambiare vita – racconta Coscia – ero arrabbiato, non concordavo con le decisioni prese per l’industrializzazione delle zone terremotate e sentivo di non avere più la fiducia di una parte dell’organizzazione. Così ho abbandonato il sindacato per iniziare una nuova avventura, facendo quello di cui il Sud aveva ed ha ancora bisogno: l’imprenditore con la voglia di mettersi in gioco”.
Sfruttando le normative per le nuove imprese, Coscia, insieme alle due cognate crea “Dedicato a Marianna”. “Marianna è il nome di mia madre, che mi ha trasmesso l’amore per la terra e per il vino, di mia nonna, che mi ha insegnato che nel lavoro non bisogna mai fermarsi, e di mia figlia, il mio futuro. Ma non solo. La dedica ha anche un significato politico, oltre che emotivo: Marianna è il simbolo della rivoluzione francese e anche di quella napoletana”.
Rivoluzionario, Coscia ama questa parola…
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