Il presidente della Cna di Ferrara Alberto Minarelli sulla vicenda Carife. Scelta assolutamente inadeguata in risposta alla crisi della banca. Perplessità sul ruolo di Banca Italia e Consob. Bene la Commissione d’inchiesta.

Solidarietà verso i risparmiatori colpiti e le loro famiglie Ora serve un passo avanti per trovare soluzioni efficaci e trasparenti

Questa la dichiarazione del presidente provinciale della Cna, Alberto Minarelli, sulla vicenda Carife e sui suoi strascichi sul sistema economico e imprenditoriale della nostra provincia.

La vicenda della Cassa di Risparmio di Ferrara ha colpito pesantemente numerosi risparmiatori e famiglie ferraresi, ai quali vogliamo manifestare tutta la nostra vicinanza e sostegno. E’ chiaro, più in generale, che si tratta di una pagina pessima sotto molti aspetti, destinata a pesare negativamente sull’economia e sulle imprese della nostra provincia, non solo a breve termine, sia sul versante dei consumi, che delle risorse disponibili per quegli investimenti dei quali il nostro territorio ha molto bisogno per ricominciare a crescere.

Vogliamo dire subito che siamo delusi e amareggiati per l’esito e, soprattutto, per le strategie adottate in risposta alla crisi della banca. La costituzione della Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara rappresenta un grave danno per le migliaia di artigiani, commercianti e imprenditori, molti dei quali soci della Cna, che, in seguito ad una scelta assolutamente inadeguata, hanno visto sfumare i loro risparmi investiti in azioni, o in titoli subordinati. Negli ultimi mesi si sono susseguite le affermazioni di politici locali, volte a mettere sotto accusa le associazioni di categoria come responsabili delle scelte operate dal management Carife in questi anni. Affermazioni che, oltre a rappresentare un comodo scaricabarile su una vicenda che vede il concorso di numerosi soggetti, paiono ispirate ad una comune volontà di delegittimare il ruolo delle associazioni di rappresentanza delle categorie economiche, secondo una visione che le vorrebbe subordinate al potere politico. Come se l’eredità di vecchi blocchi di potere politici e finanziari, posizioni di rendita legate ad antichi e pervicaci privilegi, non avesse mantenuto le sue profonde e tenaci radici per un lunghissimo periodo, fino a tempi molto recenti.

Per altro, la presenza delle organizzazioni di rappresentanza all’interno degli organi di governo delle banche non è una prerogativa esclusiva delle banche ferraresi, ma è una scelta che accomuna l’intero sistema delle banche locali in Italia, ispirata alla necessità di rafforzare il legame tra gli istituti e le rappresentanze economiche territoriali. 

Le eredità del passato, ma soprattutto le responsabilità effettive, saranno valutate da chi riveste le funzioni per farlo. E però, oggi, siamo tutti chiamati a compiere un passo in avanti per ricercare rimedi possibili a quello che, senza remore, giudichiamo un disastro. Lo sosteniamo con grande convinzione, anche se, con questa affermazione, non intendiamo cancellare dubbi e profonde perplessità rispetto ad una serie di vicende, come il ruolo svolto da Banca Italia e Consob, a partire dall’autorizzazione all’aumento di capitale, fino al successivo commissariamento e azzeramento del valore dei titoli. Per questo guardiamo con grande attenzione all’insediamento di una Commissione di inchiesta parlamentare, che ci auguriamo possa far luce su questa vicenda.   

La Cna farà sicuramente la propria parte: da un lato affiancando, anche dal punto di vista giuridico – legale, gli imprenditori associati e le loro famiglie, vittime della vicenda Carife, e, dall’altro, utilizzando tutti gli strumenti di pressione sulle forze politiche e sui parlamentari, affinché si individui una soluzione chiara e accettabile, nel più breve tempo possibile, che garantisca il rimborso totale, almeno dei titoli subordinati.

In un momento difficile, la nostra provincia deve saper trovare una nuova grande coesione attorno ad alcuni progetti di innovazione e di sviluppo. Innanzitutto, occorre operare concretamente, e fin da subito, perché siano utilizzate pienamente le potenzialità dei Consorzi fidi, in quanto strumenti strategici di garanzia nei processi di finanziamento alle imprese, sia per i loro investimenti che per la liquidità. Ciò si rivela essenziale, in particolare alla luce delle nuove regole europee riferite al sistema bancario che, assommate ai possibili effetti negativi prodotti dalla vicenda Carife, potrebbero portare ad una ulteriore drastica riduzione dei finanziamenti delle banche al mondo delle piccole imprese.

Più in generale, occorre mettere a punto una strategia forte e condivisa rivolta alla salvaguardia e al rilancio del nostro patrimonio produttivo, messo a rischio anche da una vicenda che ne può compromettere il futuro. Non sono necessari nuovi tavoli o nuovi patti. Servono idee chiare sui settori in cui investire, sia da parte delle istituzioni locali, che da parte delle imprese. Noi ne citiamo alcuni: cultura e turismo, green economy, giovani imprese innovative e recupero di spazi per il loro insediamento nei centri storici, digitalizzazione del comparto industriale. Su questi punti siamo aperti al dialogo ed al confronto con le istituzioni e le altre associazioni, partendo dal grande percorso di rinnovamento compiuto in questi anni dalla nostra Organizzazione a tutti i livelli, sul quale non accettiamo lezioni da nessuno. 

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