Disoccupati in aumento nelle Marche. Lo scorso anno i marchigiani in cerca di lavoro sono stati 73.526 con un incremento di 4.491 unità rispetto al 2015, quando a cercare un’occupazione erano stati 69.035. La  regione continua a pagare gli effetti della lunghissima crisi ma anche le conseguenze dei terremoti che hanno colpito il sud delle Marche con pesanti ripercussioni sul mercato del lavoro locale. Ad affermarlo i Centri Studi di Cna e Confartigianato Marche che hanno elaborato i dati Istat. Lo scorso anno, secondo le associazioni artigiane, a perdere un lavoro sono stati soprattutto gli uomini (+2.686) ma anche molte donne (+1.805) si sono ritrovate senza un’occupazione. Tra i disoccupati cresce la quota dei giovani in cerca di prima occupazione che passano da 13.410 a 15.307 (+14.1 per cento). La maggior difficoltà ad inserirsi nel mercato del lavoro riguarda le giovani disoccupate (+22,6 per cento) rispetto al +6,3 per cento dei ragazzi.

La difficoltà di far quadrare i conti dei bilanci familiari ha spinto a rimettersi in gioco molti disoccupati che avevano rinunciato a cercare un lavoro. Una scelta che ha comportato il calo degli inattivi  scoraggiati, quelli che sono disponibili a lavorare ma che hanno rinunciato a cercarlo: sono scesi da 25.688 a 25.070. A rimettersi in gioco sono sopratutto gli uomini (588 su 618). Su 25.079 scoraggiati, le donne sono 17.521 e gli uomini solo 7.550. Donne che, visto che il lavoro non arrivava, hanno smesso di cercarlo, scegliendo di occuparsi della famiglia.

In un anno, secondo i dati Istat, il tasso medio di disoccupazione è salito nella nostra regione dal 10 al 10,6 per cento.

Lo scorso anno gli occupati nelle Marche sono stati 693.307. In un anno si sono persi 5.021 posti di lavoro di cui i due terzi di sesso maschile (-3.513).

“ Il 2016” commentano Cna e Confartigianato “è stato un anno particolarmente pesante per gli imprenditori e per le partite Iva.  Infatti gli occupati indipendenti sono scesi da 170.007 a 162.219 con un calo di 7.788 unità. Gli occupati dipendenti sono invece aumentati di 2.766 unità. A perdere il lavoro sono stati  soprattutto gli occupati nei servizi (-3.077) e in edilizia (-1.741) mentre nel manifatturiero l’occupazione è aumentata di 323 unità.  In calo anche gli occupati in agricoltura (-527). Per rilanciare l’occupazione è fondamentale prevedere per le imprese una riduzione strutturale del cuneo fiscale e rilanciare gli investimenti pubblici, essenziali per far ripartire un settore cruciale come l’edilizia.”

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