Le PMI italiane esprimono oggi una forte proiezione internazionale e non si sottraggono alle sfide competitive imposte dalla globalizzazione, ma questo percorso ha preso forma negli ultimi anni con grandi difficoltà dovute alla mancanza, nel nostro Paese, di politiche efficaci in grado di accompagnare e di supportare le imprese sui mercati esteri.

Il cambiamento dei paradigmi competitivi, accelerato dalla crisi economica persistente e dalla forte contrazione della domanda interna, rende sempre più rilevante per le imprese l’approccio ai mercati internazionali.

La più recente letteratura economica è concorde nell’affermare che le imprese che registrano performance positive sono quelle che hanno attivato processi di innovazione e di internazionalizzazione, soprattutto verso quei Paesi caratterizzati da elevati tassi di crescita.

L’espansione in nuovi mercati è pertanto un tema di grande interesse e attualità per l’artigianato e le piccole e medie imprese.

Il termine “internazionalizzazione”, oggi, ricomprende tutto ciò che collega un’impresa all’estero, dalla promozione di una singola vendita a clienti stranieri, all’agenzia/distribuzione in collaborazione con terzi o alla costituzione di una società di commercializzazione, assistenza o produzione all’estero. Più approfonditamente, internazionalizzare significa organizzare la propria azienda in modo da ottimizzare la flessibilità e la collaborazione tra le risorse interne, nonché tra le risorse interne e i fornitori; inoltre, si tratta di arrivare a prodotti/servizi di eccellenza attraverso la ricerca e l’innovazione di prodotto/processo, organizzazione, marketing.

Nel nostro Paese – – sottolinea Massimo Mazzavillani, direttore della CNA provinciale di Ravenna – dove il 97% delle imprese ha un numero di addetti inferiore a dieci unità, mancano politiche industriali capaci di sostenerle anche nell’affrontare i mercati esteri, spesso impossibili da raggiungere correndo da soli. Succede, dunque, sempre più spesso che le imprese chiedano supporto alla CNA per lo sviluppo di un’adeguata strategia, per organizzare partecipazioni collettive a fiere ed eventi internazionali di particolare rilievo per le imprese, al fine di razionalizzare i costi e aumentare la propria visibilità”

“Proprio per far fronte alle diversificate e crescenti richieste di informazione e di supporto tecnico – prosegue Mazzavillani – ma anche per orientare, stimolare, supportare, promuovere e incrementare l’attività delle aziende sui mercati esteri, la CNA ha pensato di mettere a disposizione delle imprese associate una complessa gamma di informazioni che le stesse desiderano mettere in rete con le altre imprese associate, rispetto ai mercati su cui hanno maturato esperienze significative. A questo scopo, nasce il progetto di CNA Romagna Estero “NOI per NOI”, che si ripropone di mappare, in seguito alla somministrazione di un breve questionario, alcune tra le esperienze più significative che le imprese associate hanno maturato all’estero, soprattutto relativamente a specifiche aree Paese”.

“L’obiettivo del progetto – aggiunge Mazzavillani – è quello di individuare quelle “antenne” nel numero più ampio possibile di Paesi, finalizzate allo scambio di informazioni tra imprese relativamente a quei mercati, creando quelle sinergie utili a promuovere le eccellenze delle nostre aziende”.

“Dal momento che nella piccola impresa è difficile trovare mezzi adeguati, sia in termini di risorse umane sia finanziarie – gli fa eco Alessandro Battaglia, responsabile CNA Romagna Estero –  riteniamo che la condivisione strutturale di informazioni sia uno strumento efficace ed economico per migliorare la loro operatività estera. A completamento del progetto si ipotizza la creazione di una piattaforma fruibile on line per le imprese interessate contente le informazioni riguardanti i vari mercati”.

“Il lavoro qui presentato – continua Battaglia – rappresenta un primo livello di analisi rispetto alla presenza (qualitativa e quantitativa) delle imprese del territorio sui mercati internazionali, consapevoli che, rispetto a quanto avviene nelle grandi aziende, nella piccola impresa assistiamo ad un deficit di operatività di cui l’imprenditore non può spesso farsi carico, non disponendo di risorse adeguate ad affrontare processi complessi e molto costosi di internazionalizzazione e non avendo all’interno della propria struttura risorse professionali in grado di proiettare l’azione della propria impresa in modo efficace oltre i confini nazionali”.

“Proprio per questo motivo – conclude Battaglia – riteniamo che la messa in rete delle esperienze maturate dalle singole imprese possa rappresentare uno strumento di fondamentale importanza per lo sviluppo della proiezione internazionale delle stesse”.

“Occorre spingere l’acceleratore sulle politiche che favoriscano l’internazionalizzazione delle imprese – sostiene l’imprenditore Giuliano Assirelli di Eurotecno di Faenza, proprietaria del brand Maior – tenendo presente che è necessario che le imprese vengano supportate dall’Associazione nello sviluppo di un’adeguata strategia. Con questo nuovo strumento CNA si accredita sempre di più come facilitatore nel favorire incontri tra le imprese associate e per supportarle nell’aggregazione. Ritengo fondamentale, per le imprese che stanno muovendo i primi passi sui mercati esteri, l’importanza di entrare in contatto con imprese strutturate che già internazionalizzano.”

 

Analisi di contesto

I dati revisionati da ISTAT relativi a fine 2014 evidenziano una frenata della crescita dell’export provinciale (-0,10%) rispetto a fine 2013. Il 2013 aveva fatto registrare rispetto all’anno precedente un incremento pari al 3,68%.

Prosegue invece l’espansione dell’export a livello nazionale (+1,99%) e ancora più marcata risulta quella a livello regionale (+4,27%).

Va comunque evidenziato che il valore assoluto delle esportazioni ravennati è più che raddoppiato nel decennio 2004-2014, passando da 1,8 miliardi agli attuali 3,7.

Passando ad un’analisi qualitativa, le esportazioni destinate ai Paesi dell’Unione Europea rappresentano quasi il 70% del totale delle esportazioni provinciali e hanno subito una contrazione del 3,27%. Positivi, invece, i dati relativi all’export verso Stati Uniti (+7,46%) e BRICS (+16,76%), anche se va evidenziato che l’incidenza delle esportazioni in queste aree rispetto al totale è complessivamente di poco superiore al 15%.

Rispetto ai settori merceologici, quasi il 95% delle esportazioni provinciali riguarda il comparto manifatturiero che, in controtendenza con il dato generale, ha registrato una leggera crescita (+0,27%).

Nello specifico, soprattutto in merito ai settori in cui sono maggiormente presenti le piccole e medie imprese, il 2014 ha visto una forte flessione del settore agroalimentare (-15,33%), una sostanziale tenuta del tessile/abbigliamento e una consistente crescita di meccanica (+17,43%) e legno/arredamento ((+19,73%), anche se va precisato che, mentre la meccanica incide sul totale esportazioni di oltre il 20%, le esportazioni di mobili e arredamento incidono solamente per lo 0,3%