La stagione balneare volge verso il culmine, ma è tutt’altro che sereno lo stato d’animo dei balneatori dei Lidi, in attesa del pronunciamento della Corte di Giustizia europea del prossimo 14 luglio sulle concessioni demaniali. Cna Balneatori ha sottoposto al ministro l’ipotesi di un periodo proroga di almeno 30 anni e, su questa base, si è trovata una larga intesa a livello nazionale. Ma per essere tranquilli, agli operatori servono punti fermi e qualche solida certezza, come sottolinea Nicola Veronese, titolare del Bagno Ristoro di Lido di Volano e componente del direttivo provinciale di Cna Turismo. “Nelle nostre zone – ricorda Veronese – ci sono stabilimenti balneari gestiti da famiglie che hanno investito nell’attività le risorse di intere generazioni. Ed è messo tutto in discussione. Non parlo tanto e solo degli investimenti realizzati in passato che, comunque, hanno assicurato la salvaguardia e valorizzazione delle nostre spiagge, penso all’immediato futuro. Come realizzare piani di programmazione degli investimenti di qui al 2020, quando è tutto così incerto? Le stesse banche sono poco disposte a concedere prestiti sul medio-lungo periodo, quando le cose potrebbero essere stravolte dalla decisione sulle concessioni demaniali”.

Tra gli associati della Cna dei nostri Lidi  è in corso un’azione di presidio, promossa su tutto il territorio nazionale, da Cna Balneatori, intesa a lanciare segnali precisi a quanti dovranno decidere sul futuro delle concessioni demaniali dopo il 14 luglio: “Per chiedere al Governo e alle Regioni il diritto di esistere”, recita il manifesto affisso negli stabilimenti.

“Sono praticamente nato facendo questo lavoro – racconta Massimo Cavalieri, socio Cna e titolare del Bagno Vela di Lido degli Estensi – Mio padre era bagnino qui, in questo stabilimento, che abbiamo poi rilevato con gli anni. Il nostro è stato un impegno di qualificazione costante, investendo su questo tratto di spiaggia a partire dalla metà degli anni ’50. Credo, anche nell’interesse della collettività. In fondo, le nostre spiagge sono fruibili proprio grazie all’attività che vi svolgiamo da anni. Garantiamo servizi di pulizia, livellamento e ruspatura delle spiagge a nostre spese, per non parlare del servizio di salvataggio rivolto ai bagnanti in generale, non solo nostri clienti. A ciascuno è consentito l’accesso alle spiagge, liberamente percorribili proprio anche per merito della cura con cui le teniamo. Non è servizio pubblico questo? Ora, persino i nostri fornitori sono preoccupati, perché gli stabilimenti balneari muovono un indotto importante, per non parlare dell’occupazione, sia pur stagionale, di tanti giovani. Non solo negli stabilimenti, ma anche negli alberghi e nelle attività turistiche dei Lidi”.

Non è semplice il lavoro dei balneatori, come noto, anche per altri motivi. Il Bagno Ristoro di Nicola Veronese è tra gli stabilimenti più danneggiati dalla mareggiata dello scorso giugno e dall’incessante erosione che sottrae continuamente pezzi di spiaggia. “Positivi gli impegni assunti, recentemente, dalla Regione, d’intesa con le Associazioni di categoria. Ma insisto sul fatto che, se non si affronta il problema in modo strutturale, attraverso adeguate protezioni delle nostre coste, tratti importanti delle nostre spiagge continueranno a essere sommersi dal mare. Sono necessarie soluzioni solide, attraverso un programma adeguato di opere da studiare con il supporto di tecnici ed esperti”. 

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