Quelli che ce la fanno. In una situazione di grande difficoltà per l’economia e per il sistema produttivo della provincia di Pesaro e Urbino, c’è anche chi ha saputo reagire alla crisi e rimanere competitivo. Sono soprattutto le imprese che hanno scelto di mettersi in rete e le start up innovative.
Se ne è parlato a Pesaro al convegno su “Accelerare la ripresa. Quali strategie per rilanciare lo sviluppo”, organizzato da Fidimpresa Marche, Banca dell’Adriatico e Cna provinciale.
Dopo l’apertura dei lavori del direttore generale di Banca dell’Adriatico Roberto Del Mas e del presidente di Fidimpresa Marche Sabina Cardinali, sono intervenuti il direttore del Centro Studi Cna Marche Giovanni Dini e Alessandro Nicolardi del gruppo Intesa San Paolo.
“Sono 28” ha ricordato Dini “ le reti d’impresa costituite sul territorio provinciale, con 83 imprese coinvolte. Si tratta di aziende del manifatturiero, dei servizi, del commercio che si sono unite per competere sui mercati con maggiori possibilità di successo. I contratti di rete permettono alle aziende artigiane di realizzare progetti condivisi e di investire più risorse in ricerca e innovazione. Inoltre, grazie alle reti, le piccole imprese hanno l’opportunità di accedere a mercati a loro preclusi sia in Italia sia all’estero. Occorre diffondere e consolidare i modelli delle reti d’impresa attraverso efficaci strumenti di politica industriale e, allo stesso tempo, sostenere gli investimenti delle aggregazioni d’impresa esistenti, affinché esse superino la dimensione locale o regionale e rafforzino la presenza sui mercati esteri.”
Di start up innovative ha parlato Nicolardi, secondo il quale “nelle Marche sono 210 di cui quasi 50 nella provincia di Pesaro Urbino e, dato confortante, sono in continua crescita. Si tratta di imprese che hanno come oggetto sociale lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico e sono altamente competitive anche verso i mercati esteri. Una start up innovativa – ha ricordato Nicolardi – deve avere meno di quattro anni di attività ed un fatturato annuo inferiore ai 5 milioni di euro. Inoltre almeno il 15 per cento delle spese debbono essere ascrivibili ad attività di ricerca e sviluppo. O, in alternativa, almeno un terzo della forza lavoro complessiva deve essere costituita da dottorandi, dottori di ricerca o ricercatori oppure almeno i due terzi devono avere una laurea .”
Sono queste le eccellenze del sistema produttivo provinciale. Un sistema che, nel primo semestre del 2015, ha visto aumentare il fatturato del distretto delle macchine utensili e per il legno del 20 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+31,7 milioni di euro). In crescita anche il fatturato del distretto delle cucine (5,8 per cento pari a 8,4 milioni di euro). Ancora in calo il distretto del tessile del Montefeltro, che ha perso 1,5 milioni di euro (-2,1 per cento).
Malgrado la crisi quella pesarese resta una provincia relativamente ricca, il reddito per abitante è superiore a quello delle Marche (19.521 euro contro 19,137) e, secondo il rapporto “L’Italia delle province”, realizzato dal gruppo Intesa San Paolo, aumenterà del 2,1 per cento nei prossimi tre anni. Nella provincia pesarese è invece più basso della media marchigiana il valore aggiunto per unità di lavoro (55.332 euro contro 57.447), un dato che dimostra il ritardo delle imprese nell’innovazione dei processi produttivi. Un altro tasto dolente è quello del credito. Nel primo semestre del 2015 il sistema creditizio ha prestato alle imprese 7 milioni di euro, con un calo dell’1,4 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
“Fidimpresa Marche” hanno affermato il Presidente Sabina Cardinali e il direttore generale del Confidi unico della Cna Marche Giancarlo Gagliardini “grazie anche alla collaborazione della Banca dell’Adriatico “ha svolto un ruolo fondamentale per il sostegno creditizio alle imprese pesaresi, garantendo i finanziamenti a 470 aziende per complessivi 20,5 milioni di euro che sono serviti a garantire alle imprese liquidità e investimenti per migliorare la competitività. Ora occorre un rinnovato impegno delle istituzioni per sostenere i Confidi, strumento indispensabile per aiutare le imprese dei distretti pesaresi a rilanciare lo sviluppo e intercettare la ripresa.”
Il convegno è stato concluso dal presidente della Cna provinciale Alberto Barilari secondo il quale “la fase attuale richiede forti investimenti nelle tecnologie, nelle infrastrutture, nell’organizzazione, nella commercializzazione. La Cna si propone di indirizzare i processi innovativi, di adeguarne i percorsi e facilitarne la diffusione ma occorre anche l’impegno congiunto delle istituzioni e del sistema creditizio”