Reverse Charge e Split Payment, meccanismi applicati dal 1° gennaio che obbligano a fatturare senza Iva a debito, rischiano far chiudere molte più aziende della crisi, poiché causano gravissimi problemi di liquidità per le imprese che lavorano con le pubbliche amministrazioni e con altre aziende.
Reverse Charge e Split Payment colpiscono principalmente i settori costruzioni e installazione impianti, ma anche le imprese di pulizie.
In Toscana si tratta di oltre 80.000 aziende artigiane del comparto edilizia con circa 240mila addetti e 780 imprese di pulizie con circa 4.100 addetti.
“Le imprese sono allo stremo: oltre agli adempimenti insostenibili, ora c’è anche un nuovo aggravio economico. Non siamo in grado di finanziare il lavoro pubblico anche con l’IVA oltre che con il patto di stabilità”. Lo hanno spiegato Andrea Nepi e Maurizio Narra, Presidenti CNA Costruzioni e Installazione Impianti Toscana all’incontro di oggi con i Parlamentari toscani. Il Presidente CNA Toscana Valter Tamburini ha ribadito: “Il nostro è l’accorato appello di persone che vivono tutti i giorni sulla propria pelle la difficoltà di fare impresa nel nostro paese”.
Un appello raccolto dalla Vice Presidente del Senato, Sen. Valeria Fedeli, le Sen. Alessandra Bencini e Laura Bottici; gli On. Dario Parrini, Filippo Fossati, Marisa Nicchi, presenti rappresentanti dell’On. Lorenzo Becattini e delle Sen. Maria Grazia Gatti e Alessia Petraglia. Tutti i parlamentari hanno dichiarato la propria disponibilità ad affrontare questo grave problema.
Per moltissime aziende l’estensione del Reverse Charge alle installazioni di impianti e al completamento e demolizione di edifici, prevista dalla Legge di Stabilità insieme al meccanismo dello Split Payment, è fonte di enormi preoccupazioni. A causa di queste misure il fornitore della prestazione non riscuote l’Iva: dall’ente pubblico-debitore nel caso dello “Split Payment”, dai clienti soggetti passivi nel caso del “Reverse Charge”.
Obbligando a fatturare senza Iva a debito, si creano gravissimi problemi di liquidità alle imprese che operano nel settore dell’impiantistica e dell’edilizia e che lavorano con Enti e Amministrazioni pubbliche e con altre aziende. Per molte imprese artigiane si tratta di quote che arrivano anche al 90% del fatturato.
L’ulteriore perdita di liquidità per le imprese derivante dal versamento dell’Iva direttamente da parte della P.A., risulta pari a circa 1,3 miliardi di euro in un anno. Inoltre, il meccanismo, così come avviene nei casi di ritardo di pagamento, produce ripercussioni negative su tutta la lunga filiera delle costruzioni, ed innesca un circolo vizioso dalle conseguenze drammatiche su occupazione, investimenti e funzionamento dell’economia.
Infatti, dall’emissione della fattura l’impresa attende in media: circa 182 giorni (6 mesi) per il pagamento del corrispettivo da parte della Pubblica Amministrazione per la prestazione resa; almeno 470 giorni (quasi 16 mesi) per il rimborso dell’IVA da parte dell’Erario.
Nel secondo semestre 2014, i tre quarti delle imprese (il 72%) hanno registrato ancora ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione.
Il solo settore delle costruzioni in Toscana ha perduto dal 2008, anno di inizio della crisi, al 2014 ben 6.367 imprese.
Commenta il Presidente CNA Toscana Valter Tamburini: “Reverse Charge e Split Payment sono state introdotti per contrastare le evasioni Iva, un proposito che CNA condivide in pieno e senza riserve. Non è però accettabile che, per combattere pochi evasori, il governo abbia scelto di penalizzare migliaia di imprenditori onesti e corretti i quali, lavorando con gli enti pubblici nell’edilizia, nell’impiantistica, nelle pulizie ed in alcuni comparti della distribuzione organizzata, vedono maturare crediti IVA talmente alti che non è possibile compensare. Reverse charge e split payment impongono infatti una procedura burocratica onerosa e con tempi d’attesa troppo lunghi per il rimborso dei crediti IVA che legittimamente spettano alle imprese. Questa situazione rischia di far precipitare la già delicatissima situazione finanziaria delle aziende che operano in questi settori e aprire enormi, forse irrisolvibili, crisi di liquidità aziendale. Per questo motivo CNA chiede a Governo e Parlamento di intervenire immediatamente su tali problemi e a questo fine ha sollecitato i parlamentari eletti nella regione”.