Tre progetti imprenditoriali su quattro restano sulla carta e non diventano imprese. Ed è un peccato perché molte delle idee non potranno aiutare il territorio a contribuire allo sviluppo, all’occupazione e alla crescita. Lo dice l’analisi di CNA Massa Carrara presentata in occasione del “Salone delle start-up rosa” allestito per la giornata dedicata alle donne. Nel piccolo salone, allestito nello show room della Sebi-Group di Carrara, impresa rosa che opera nel difficile settore dell’edilizia, c’erano le donne imprenditrici. Imprese che due anni fa avrebbero anche potuto non nascere, se non morire, ma che sono nate e si sono rigenerate grazie alla rete, alla condivisione di esperienze, all’innovazione e alla caparbietà. “Qui oggi abbiamo artigiani innovati e innovatori – ha esordito Irene Serbandini, Presidente CNA Imprenditoria Femminile presentando l’iniziativa – perché hanno saputo digitalizzarsi e sfruttare le tecnologie a disposizione come il web ed i social con grande profitto. Le donne, ed è questo il dato che emerge dalla nostra analisi che è figlia dell’esperienza, mollano per la difficoltà di conciliare famiglia e lavoro ma anche perché si sentono sole e non trovano sostegno. Fare rete, collaborare, formarsi e studiare sono strumenti indispensabili se vuoi fare impresa. Ancora di più se sei donna…”.
La Serbandini, unica donna a far parte della presidenza di CNA, è un case- history altrettanto interessante: “Io e mio marito abbiamo cambiato identità alla nostra impresa. Siamo passati da un classico centro di riparazioni di elettrodomestici a un’azienda specializzata nella manutenzione di impianti a biomasse puntando sui servizi ai clienti e sulla loro soddisfazione. Oggi la nostra impresa ha una prospettiva di crescita. Non è stato facile all’inizio. – ha ammesso – Ma oggi il cambio di rotta ha salvato il nostro futuro. E vogliamo continuare a crescere ancora…”.
Il progetto di CNA Donna nasce in realtà già due anni fa con l’incubatore di idee Impresando: “Nella nostra provincia – ha spiegato la Serbandini – ci sono esempi, e ne abbiamo tanti, di imprese rosa innovative, con fatturati interessanti e prospettiva. Ma ci sono anche tanti progetti che aspettano solo di essere condivisi, compresi e sostenuti. Il nostro compito deve essere quello di sostenere chi oggi ha già un’impresa e chi l’avrà domani attraverso la rete e la collaborazione”.
Secondo Paolo Bedini, Presidente CNA Massa Carrara, “Fare impresa oggi è molto più difficile rispetto a 20 anni fa. Difficilmente ci sarà in futuro un’impresa con un titolare che ha la terza media. Avremo imprenditori laureati, specializzati, super formati, digitalizzati. C’è in atto una crescita culturale destinata a rivoluzionare anche il settore dell’artigianato. Come associazione da anni lavoriamo sulla formazione, la nostra scuola dei mestieri è tra le migliori, eppure siamo consapevoli che dobbiamo fare di più rafforzando la collaborazione con le scuole”. Bedini ha lanciato anche una provocazione: “Dovrebbero introdurre, nelle scuole tecniche e professionali, un’ora di attività didattica sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. E’ tema serio che viene sottovalutato”. Tra le prima a sollecitare, già due anni fa, la nascita di un comitato di imprese rosa a Massa Carrara è stata Antonella Gabbriellini, Presidente delle Imprenditrici di CNA in Toscana. “In questa provincia la crescita è stata esponenziale. – ha ammesso – Oggi esiste un gruppo affiatato, che condivide, che fa squadra ed è questo che fa la differenza. CNA è a vostra completa disposizione”.
Cinque le storie selezionate per il salone che hanno fatto da cornice all’evento: da “Artemisia” di Rita Boccalate, artigiana che produce una linea di gioielli Made in Italy realizzati dalle mani di sole donne alle borse personalizzate per i bikers di Alo Ferrara con la sua Alo’s Motorcycles passando per lo show room per la sicurezza nei luoghi di lavoro di Elisa Sebastiani ed Emanuela Gianfranchi all’estetica digitale di Charme di Iris Incerti che ha collegato l’attività tradizionale del centro estetico alla vendita online di prodotti per concludere con le fragranze prodotte con ortaggi a km zero, fiori ed essenze locali della “LadueCi” di Cristina Cucurnia Bogazzi. “Cosa hanno in comune queste imprese? – ha concluso la Serbadini – Sono in rete, condividono le esperienze e cercano sempre di migliorarsi. Sono modelli a cui ispirarsi”.
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