“E’ necessario dar vita ad una nuova fase espansiva dell’Europa e fa bene il Governo a porre il tema con forza”. Lo sottolinea Sergio Silvestrini segretario generale della CNA, a margine del convegno “Comune che vai, fisco che trovi” organizzato da CNA Arezzo mentre a Palazzo Chigi si discuteva sul DEF. “Certo, l’Italia è legata ad un vincolo importante, che è quello del debito pubblico, e le regole bisogna rispettarle. Tuttavia- spiega Silvestrini- vanno anche interpretate. Così se i singoli Stati non hanno capacità di investimento per i vincoli di Maastricht, se non possono crescere indebitandosi, come il caso dell’Italia, per l’enorme debito pubblico che abbiamo sulle spalle, allora l’Europa promuova investimenti su larga scala per superare decrescita e stagnazione”. L’esempio, aggiunge il Segretario Generale, arriva da “Stati Uniti e Giappone, che hanno superato la loro crisi attraverso un potente intervento statale, una vera politica degli investimenti che ha consentito una crescita del 2,5-3%. In Europa questi tassi sono lontani e da noi, purtroppo, ancora più bassi”. Il punto è, continua, “che il debito pubblico aggregato europeo è largamente inferiore al debito pubblico degli Usa. Noi quindi diciamo che il debito è un problema, ma non può essere il vincolo che determina ogni scelta dell’Europa. Sono troppi anni che stiamo dentro ad una decrescita non più tollerabile”.
Alla serata di ieri, Sindaci ed imprese a confronto in un auditorium gremito nella sede CNA Arezzo. L’occasione la presentazione dei dati aretini dell’Osservatorio sulla tassazione alle PMI curato per il terzo anno da CNA, alla presenza, oltre del Segretario Generale Silvestrini, del Sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli. Il quadro fornito dal Centro Studi non rende di certo ottimiste le imprese del territorio: Arezzo si attesta al 117° posto (la migliore in Toscana) su 124 città italiane nella classifica nazionale della tassazione della piccola impresa, ma il barometro continua a segnare sempre brutto tempo visto che la tassazione sul reddito d’impresa registra un aumento, seppur minimo rispetto al 2015, dal 55,6% al 55,7%.
“Quando si arriva ad un valor medio nazionale del 61% della tassazione sul reddito d’impresa con disomogeneità rilevanti tra i territori si ottengono due risultati – ha dichiarato la Presidente CNA Arezzo Franca Binazzi – si fanno morire le imprese in attività e se ne scoraggia l’apertura di nuove. E, rivolgendosi ai 18 sindaci presenti in sala, ha evidenziato l’esplosione delle differenze comunali aretine, elemento questo che non restituisce fiato e competitività al tessuto economico provinciale che oggi più che mai necessità di nuove forme di collaborazione tra soggetti pubblici ed imprese.
Per il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli “è necessario il dialogo tra l’istituzione e le piccole e medie imprese. Arezzo ricopre una posizione virtuosa sia rispetto alle altre città italiane che a quelle toscane. Nell’anno di amministrazione passato abbiamo ridotto la pressione fiscale del 2,7%, anche se i sindaci nel nostro paese hanno difficoltà ad avere un sistema fiscale ragionato e autonomo”. E continua: “Purtroppo noi non normiamo il nostro sistema di tassazione ma ne siamo responsabili e ne rispondiamo. Spero per questo che il sistema statale cambi e permetta a noi sindaci di avere più libertà”.
Il Segretario Nazionale CNA Sergio Silvestrini ha chiarito che le imprese italiane, rispetto ad esempio a quelle tedesche soggette ad una pressione fiscale in media del 40%, lavorano come se avessero un braccio legato dietro alla schiena. Mentre gli Stati Uniti investono ed oggi registrano un PIL superiore al 2008, l’Italia, se continua così, dovrà attendere almeno il 2021. Dallo studio dettagliato ed analitico sul peso fiscale in Italia sono emerse concrete proposte di intervento tre delle quali, ha assicurato il Governo, verranno recepite nella prossima legge di stabilità: la tassazione del reddito delle imprese di minori dimensioni al 24% come oggi accade per le società di capitali; la tassazione per cassa anziché per competenza; il superamento degli studi di settore con un indicatore di affidabilità del contribuente.
Un risultato importante che mette al centro le piccole e medie imprese ed il loro patrimonio di saperi e competenze che continua a sostenere il sistema economico italiano.
E l’Osservatorio – ha dichiarato il Segretario Nazionale – amplierà il prossimo anno il proprio raggio d’azione al contesto europeo con un confronto con le principali capitali del vecchio Continente: da Parigi a Londra, da Berlino a Madrid, etc.