Per il mercato del gioiello è il momento dei “piccoli”. È quanto emerso dalla tappa inaugurale di Progetto Gold , il nuovo percorso nazionale targato CNA per spingere il rilancio del settore unendo le forze dei diversi distretti orafi italiani. Lo splendido contesto della Fondazione Bisazza di Montecchio Maggiore ha ospitato sabato mattina gli stati generali dell’associazione per i mestieri della categoria, lanciando un tavolo itinerante che, attraverso un dialogo costante tra distretti, istituzioni politiche e il sistema fiere, arrivi a promuovere proposte e iniziative con cui puntare al pieno riposizionamento del comparto.

L’obiettivo dichiarato è sfruttare l’onda lunga della ripresa economica – confermata per il settore dalle analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo – per arrivare a una nuova valorizzazione delle competenze dei laboratori orafi e delle imprese artigiane dislocati nel territorio, circa 6.000 imprese di cui quasi il 50% con un solo addetto, per un totale di poco meno di 27.000 addetti. I punti di forza che stanno trainando la crescita infatti sono legati proprio alle capacità professionali delle realtà a dimensione locale: qualità, cura del dettaglio, personalizzazione di prodotto.

«Stamattina – ha affermato Sergio Silvestrini , Segretario Nazionale CNA – ho conosciuto persone che mi hanno emozionato, rendendomi orgoglioso di essere un loro rappresentante. Artigiani con creatività, pensiero laterale, resilienza, umiltà. Volti di persone oneste e laboriose. Il nostro cuore è questo: siamo l’artigianato italiano che ha fatto grande questo Paese. Ora dobbiamo aprirci alle tecnologie e imparare ad arrivare a tutti. Dalla politica vorremmo meno promesse e più concretezza. Oggi viviamo un paradosso: non sappiamo cosa chiedere alle istituzioni perché le promesse a volte superano qualsiasi possibile aspettativa realizzabile. Meglio invece parlare di cose concrete, raggiungibili magari per gradi ma per davvero».

« La nostra intenzione – ha spiegato alla folta platea Arduino Zappaterra , Portavoce nazionale Orafi CNA – è quella, di ripartire, di riaggregare un mondo andato avanti per troppo tempo diviso. Siamo piccoli ma siamo forti, se pensiamo che per esempio lo spazio più grande della fiera di Vicenza è assegnato a una collettiva di imprese CNA. I più grandi gruppi si avvalgono delle competenze di noi piccoli, che facciamo questo mestiere da una vita. Cos’è Progetto Gold? Un modo per far parlare il sistema. Raccoglieremo quello che le imprese avranno da dire, anche le lamentele, che saranno molte dopo un lungo periodo difficile. Ma anche dalle lamentele sapremo costruire qualcosa di serio » .

Il Progetto Gold

L’incontro vicentino è servito quindi per gettare le basi di un nuovo gruppo di lavoro trasversale, che rappresenterà le imprese con l’incarico di raccogliere le idee per le attività di promozione del comparto, monitorandone gestione e risultati. Le proposte coinvolgeranno tutti gli interlocutori in modo dinamico e partecipativo.

A garanzia della piena efficienza e operatività, Progetto Gold proseguirà con un calendario di tappe definito. Restano da fissare le date precise dei prossimi momenti di lavoro, che però sono confermate a cadenza bimestrale, attraversando tutti i distretti italiani. Il percorso si concluderà tra la fine del 2018 e gli inizi del 2019.

«Ascolteremo molto – ha proseguito Zappaterra -, avremo un “coach” legato al mondo universitario che ci insegnerà a guardare a noi stessi e al mercato. E arriveremo così a costituire una piattaforma condivisa con delle proposte reali con le quali rivolgerci alle istituzioni. Non andiamo a parlare alla politica e alle fiere per chiedere l’elemosina: andremo con proposte per consolidare e potenziare la lieve ripresa che stiamo osservando. Abbiamo bisogno di ridare fiducia agli artigiani e farli sentire orgogliosi di quello che fanno».

«È un progetto – ha evidenziato Cinzia Fabris , presidente di CNA Vicenza – cui abbiamo creduto molto io e Franca Binazzi, presidente di CNA Arezzo. Ci siamo sedute a un tavolo assieme ai nostri orafi e abbiamo iniziato a pensare a cosa fare per rilanciare il nostro mestiere. Sono molto orgogliosa del dialogo che siamo riusciti a costituire insieme».

«Già in questa fase preliminare – ha aggiunto Franca Binazzi, presidente di CNA Arezzo – si è vista una CNA partecipata e condivisa a livello nazionale. Questo è stato l’input per l’avvio di un percorso che ora gli orafi vogliono portare avanti con serietà. Sono certa che sarà un percorso proficuo, che sarà di esempio anche per gli altri mestieri »

Settore orafo, l’analisi di mercato

I consumi di oreficeria in Italia potranno continuare a beneficiare anche per il 2018 del recupero in atto nell’economia generale. Così indicano le statistiche secondo l’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Proseguirà pertanto il recupero degli acquisti di gioielleria da parte delle famiglie italiane (+10,3% la crescita della spesa mensile a prezzi correnti nel periodo 2014-2016) e da parte dei turisti stranieri, attesi in aumento. Questa fase di ripresa interrompe il trend di disaffezione strutturale che ha colpito i consumi di gioielli degli italiani (-46% tra il 2001 ed il 2013), anche a causa del calo del reddito disponibile tra il 2008 ed il 2013.

Le migliori opportunità continueranno comunque a provenire dai mercati internazionali : la propensione all’export delle imprese orafe è ulteriormente cresciuta negli ultimi anni sia in valore che in produttività, con un saldo, ampiamente positivo (circa 3,5 miliardi nel 2016). Bene in particolare l’export verso gli Stati Uniti, quarto mercato di sbocco del settore, che assorbe il 10,5% del nostro export; ci si attende inoltre la ripresa dei consumi di gioielli made in Italy in Russia, dopo gli anni della crisi. Nei primi nove mesi del 2017 l’aumento di vendite italiane è aumentato del 13,3% (+14% per i soli gioielli in metalli preziosi), con ruolo primario dei tre principali distretti: Vicenza, Arezzo ed Alessandria, che nel 2017 hanno toccato da soli oltre il 75% delle esportazioni di gioielleria e bigiotteria.

La concorrenza è rimasta elevata e oltre ai tradizionali competitor quali India, Cina e Turchia, è cresciuto il ruolo dei paesi di «transito» come la Francia, la Svizzera e gli Emirati Arabi Uniti, meta anche di esportazioni italiane.

«In un contesto di forte competizione – sottolinea Stefania Trenti , della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo – l’analisi dei soggetti vincenti negli ultimi anni sottolinea l’importanza di rafforzare alcune leve strategiche, come il commercio on line, l’offerta di prodotti personalizzati, l’attenzione al servizio e l’integrazione delle diverse fasi, dalla produzione alla distribuzione».

«Oggi la gente non compra più al grammo – ha invece sottolineato Paola De Luca , Founder e creative director di The Futurist – ma compra in modo emozionale. I l gioiello di oggi combina materiali integrativi, come bronzo e oro, argento e oro, o anche pelle o pietre. E poi i preziosi non sono più uno status symbol, sono acquisti quotidiani che le donne e gli uomini hanno imparato a farsi anche da soli, senza più aspettare le occasioni speciali. È l’era delle aziende indipendenti, persone fuori dal sistema che raccontano come “decorarsi” attraverso materie prime, tecniche, territori, valori, storie ».

VicenzaOro, politica e mercato del lavoro

«In effetti l’integrazione tra Rimini e Vicenza non è stata semplice – è stato il commento di Marco Carniello, Division Director Jewellery & Fashion IEG spa -: c’erano campanilismi forti, ed era inevitabile in una certa misura. Ma se pensiamo che oggi ci sono comunque sei organizzazioni in Germania che fanno il doppio del nostro fatturato significa che è strategico unire le forze, e che la strada comunque è ancora lunga. Serve naturalmente una regia unica che faciliti il processo. Dobbiamo metterci in testa che una fiera come VicenzaOro non è più un semplice momento di raccolta ordini, ma uno strumento indispensabile per comunicarsi al mercato con professionalità e per conoscere cosa succede nel mondo » .

«La politica deve saper leggere le tendenze del mercato del lavoro – ha invece osservato Elena Donazzan , assessore regionale all’istruzione e al lavoro -. Non è possibile che ci siano aziende che non trovano professionalità. Dobbiamo sensibilizzare le future generazioni ad avere competenze ibride, quelle che servono al mercato. La Regione fa molto finanziando la ricerca con il Fondo Sociale Europeo e la formazione continuativa con Ebav. La collaborazione pubblico-privata poi fa bene all’economia perchè è un moltiplicatore, e il lavoro delle associazioni come CNA è di grandissima importanza nel coinvolgere le imprese. La prossima sfida: pubblicizzare di più l’esistenza delle Academy, organi di formazione alternativa all’università, che in Veneto sono collegate a comparti in cui siamo i primi al mondo, come l’occhialeria, la moda e naturalmente il gioiello».

 

 

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