“Dal DEF che approderà domani in Consiglio dei Ministri ci aspettiamo continuità ma anche discontinuità. La continuità, pure in una fase espansiva che deve contenere il debito, deve proporsi come obiettivo di ridurre con forza il prelievo fiscale medio sulle imprese ed in particolare su quelle piccole”. Queste le aspettative del Segretario Generale CNA, Sergio Silvestrini, intervistato dalla Dire a margine della tavola rotonda “Le associazioni di rappresentanza oggi: declino o rilancio”, organizzata da CNA Trieste. “È una stagione difficile e abbiamo vincoli esterni di particolare intensità, ma credo che il Presidente del Consiglio abbia promesso un DEF e una Legge di Bilancio importanti, che vadano verso una semplificazione e l’accoglimento di alcune proposte fatte come Rete Imprese Italia e come CNA, alludo per esempio all’IRI, ovvero l’ipotesi di trattare fiscalmente allo stesso modo grandi aziende e piccole imprese- chiarisce Silvestrini- Mi riferisco al cosiddetto reddito per cassa e non per fattura, alla riconferma assoluta dell”incentivo sulle ristrutturazioni, sulla bio-edilizia e sull’energia che dovrebbero esserci e per noi sarebbero dirimenti rispetto a un giudizio positivo sul DEF. Ci aspettiamo inoltre una valutazione nell”anticipare la riduzione delle aliquote IRPEF. Il Ministro Padoan ha detto che non si potrà fare nel 2017 ma confidiamo che dopo il Consiglio dei Ministri si arrivi alla conclusione che qualcosa si può fare” chiude Silvestrini.
Adattarsi al cambiamento per favorire lo sviluppo delle imprese. È questo il messaggio emerso in modo netto dalla tavola rotonda promossa da CNA Trieste, alla quale hanno partecipato, oltre il segretario generale Silvestrini, la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, il commissario straordinario della Camera di commercio di Trieste, Antonio Paoletti, il presidente di Confindustria Venezia Giulia, Sergio Razeto, e il capogruppo alla Camera del Partito Democratico Ettore Rosato.
“Dobbiamo rilanciare l’economia, ma per farlo è necessario affrontare la sfida del cambiamento – ha detto il segretario Silvestrini -. Le associazioni di categoria sono diverse dai partiti politici perché hanno una valutazione giornaliera da parte dei propri iscritti, ma la più grande sfida dei nostri tempi sarà il superamento della frammentazione. Cambiare è difficile e la sfida che abbiamo di fronte è enorme, ma dobbiamo valutare la questione dal punto di vista degli imprenditori, soprattutto quelli piccoli, che stanno vivendo una fase di cambiamento drammatico”.
Per la Presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani il cambiamento significa “essere pronti ad avere un unico centro con ambito regionale, che riguardi la Camera di Commercio, le associazioni di categoria o le organizzazioni sindacali.
Ovviamente con dei presìdi territoriali. C’è spazio per le associazioni di categoria, per le rappresentanze, per i partiti politici, ma in un contesto completamento nuovo- ha osservato-.
Di concertazione c”e” bisogno ma sono cambiati i tempi e i modi.
Non conta il contenitore ma conta il contenuto”. A livello europeo, Serracchiani ha osservato che l”Italia “non ha mai seriamente preso in considerazione l”importanza di una rappresentanza forte in Europa. Un errore perché il 75% di leggi nazionali è ormai di derivazione europea. Su alcuni temi di straordinaria rilevanza i margini di manovra sono tutti europei, ma in questo contesto siamo un po’ come dei Don Chisciotte che combattono conto i mulini a vento”.
Il rilevante ruolo svolto dalle associazioni di categoria a supporto delle imprese è stato invece sottolineato da Antonio Paoletti, commissario straordinario della Camera di commercio di Trieste, che a breve si fonderà con la Camera di commercio di Gorizia: “Le associazioni provinciali sono quelle in contatto ogni giorno con le imprese -ha commentato -. Più servizi le associazioni forniscono alle imprese più soci hanno, perche” l’adesione è volontaria. Non mi riferisco solo ai servizi contabili, ma penso anche al supporto per l’accesso al credito, l’elaborazione di business plan e la guida allo sviluppo d’impresa. Più riusciremo a fare questo più potere contrattuale avranno le associazioni nazionali. Per quanto riguarda la riforma delle Camere di commercio, Trieste e Gorizia hanno anticipato i tempi, dando vita a un percorso di autoriforma che sta portando alla Camera della Venezia Giulia”.
Il capogruppo del PD alla Camera, Ettore Rosato, da parte ha sottolineato che “la rappresentanza di categoria è importante, utile e necessaria, ma bisogna superare i vecchi riti, credo che questo sia emerso in modo chiaro, e trovare modalità per contribuire ognuno per il proprio ruolo, chi al governo chi in rappresentanza delle parti sociali, per far fare un passo avanti sulla strada delle riforme. Questo è un Paese che va riformato – ha ribadito -. Naturalmente le riforme sono faticose e non fanno tutti contenti, ma sono indispensabili. Farle insieme, parti sociali e governo, aiuta a farle bene”.