La rivisitazione al rialzo del PIL nazionale del secondo trimestre (dallo 0,2 allo 0,3%) da parte dell’ISTAT ha portato allo 0,6% la crescita acquisita nei primi sei mesi del 2015. Se questi dati fossero confermati anche nella seconda parte dell’anno l’Italia crescerebbe ad un tasso annualizzato che potrebbe avvicinarsi all’1%. Questo ci riallineerebbe alla media europea e soprattutto fornirebbe finalmente un po’ di ossigeno a un sistema paese che dalla metà del  2011 in poi ha registrato tassi di sviluppo sempre inferiori allo zero. Ma l’elemento più interessante riguarda il fatto che la crescita in questa fase è trainata dalla componente interna più che da quella estera, che invece ha fornito un contributo negativo, visto che sono aumentate più le importazioni delle esportazioni. Un contributo importante, quindi, che arriva dai consumi nazionali che, se confermati anche nel secondo trimestre, dovrebbero confermare una buona capacità di tenuta anche se nei prossimi mesi dovessero aumentare i fattori di instabilità nello scenario internazionale. Anche sul fronte occupazione ISTAT ci ha fornito dati più incoraggianti di qualche mese fa. Il tasso di occupazione registrato a fine luglio è calato di 0,5 punti percentuali, scendendo al 12% e riportandosi pertanto ai livelli di luglio 2013. Buono anche l’impatto sui giovani. Tra gli under 25 i senza lavoro scendono al 40,5%, il dato più basso da luglio 2013. 

“Purtroppo, questa situazione – sottolinea il direttore provinciale della CNA, Massimo Mazzavillani – che lascia intravvedere incoraggianti elementi positivi, non si sta ancora riverberando sul sistema delle imprese del nostro territorio. Secondo i dati della Camera di Commercio relativi al primo semestre dell’anno in corso, il tessuto produttivo ravennate registra ancora una pesante flessione. Un dato fortemente negativo visto che a livello nazionale e regionale i tassi di variazione tracciano percorsi di ripresa. Per questo occorre tener fermo il volante sulla strada delle riforme da fare e soprattutto intervenire con decisione sulla riduzione della tassazione sulle imprese e sul lavoro, diminuendo nel contempo  i livelli della spesa pubblica, in primis quella improduttiva”.

“Come CNA – prosegue Mazzavillani – chiediamo, inoltre, che vengano mantenute le agevolazioni fiscali relative agli interventi di ristrutturazione edilizia e l’abolizione dello split payment che ha procurato enormi difficoltà finanziarie a tutte le imprese fornitrici della pubblica amministrazione. Chiediamo, infine, di semplificare il sistema di tassazione immobiliare, prevedendo un unico tributo – la futura Local Tax – che accorpi IMU e TASI garantendo però una tassazione ridotta sugli immobili strumentali all’attività di impresa.

 

Andamento settoriale

Le più recenti rilevazioni statistiche evidenziano come la manifattura italiana sembri essere uscita dai giorni più neri di una fase recessiva durata ben sette anni; sette anni caratterizzati  da perdite rilevanti in termini di micro e piccole imprese, volumi produttivi, valore aggiunto, occupazione e capacità d’investimento, alimentando e accelerando processi di trasformazione del tessuto produttivo italiano.

E’ infatti in atto una progressiva crescita del PIL, determinata in larga misura proprio dal sistema manifatturiero accanto ai servizi, mentre il comparto delle costruzioni non manifesta segnali di reattività significativi. Va ricordato che la diminuzione del PIL registrata tra il 2008 e il primo semestre 2015 è stata di quasi 9 punti percentuali.

Sul lato della domanda si è registrato un seppur contenuto incremento congiunturale dei consumi interni, a fronte però di una tendenza al rallentamento dell’export, cui va riconosciuto il merito di aver controbilanciato la contrazione dei consumi interni e che attualmente sta invece scontando il calo delle vendite soprattutto verso i mercati extracomunitari.

In attesa di verificare il consolidamento di alcune tendenze positive registrate dalle ultime analisi, la fotografia che si presenta per il primo semestre della nostra economia provinciale mette in evidenza ancora molte situazioni critiche e settori che faticano a ritrovare un ruolo da protagonisti nello mutuato scenario economico e competitivo.

 

IMPRESE ARTIGIANE REGISTRATE

Al 30/06/2015 nell’Albo Imprese Artigiane della Provincia di Ravenna sono registrare 10.834 imprese. Rispetto al 30/06/2014 si registra un decremento del 2,15%. A livello tendenziale, il decremento delle imprese dal 31/12/2014 è dell’1,26%, mentre nel periodo 31/12/2013-30/06/2014 era stato dell’1,01%.

Rispetto all’intero tessuto produttivo provinciale, l’incidenza delle imprese artigiane passa dal 27,05% del 30/06/2014 al 26,78% del 30/06/2015, il valore più basso degli ultimi 15 anni. Ciò a fronte del fatto che – rispetto al decremento del Registro Imprese di 472 unità – le imprese artigiane sono diminuite di ben 272 unità, assestando per questo l’incidenza percentuale rispetto al Registro Imprese ai livelli registrati nel primo semestre del 2001.

Da fine 2007 a giugno 2015, il Registro Imprese registra un calo di 2.121 imprese, delle quali oltre il 60% sono imprese artigiane.

Rispetto al decremento dell’Albo i comuni della provincia presentano dinamiche e performance decisamente simili. Tra i comuni principali, si registrano risultati negativi per Ravenna (-2,78%) e Cervia (-3,12%). Per quanto riguarda le aree territoriali, quella faentina segna un -1,81% e quella lughese un -1,28%.

 

ANDAMENTO ALBO PER SETTORI ECONOMICI

Relativamente alle Sezioni e alle Divisioni di attività si riscontrano, pur se quasi tutte caratterizzate da un andamento negativo, anche per il 2014, differenze nei trend che caratterizzano i diversi settori.

L’agricoltura e l’industria alimentare (dati aggregati), registrano un lieve decremento (-0,28%). Un sostanziale “pareggio” determinato da un lato dalla contrazione dei consumi e dall’altro dalla  maggiore attenzione manifestata dai consumatori nei confronti dei prodotti di qualità del territorio.

Il settore tessile-abbigliamento-calzaturiero non presenta variazioni rispetto al 30/06/2014. Tale dato va però contestualizzato nel ridimensionamento che ha caratterizzato il comparto nell’ultimo decennio. Indicativi, a tal proposito, i dati relativi al periodo 2004-2014, che riflettono un decremento di quasi il 30%.

La meccanica di produzione, uno dei settori maggiormente penalizzato dalla crisi economica, vede un decremento delle imprese del settore pari al 2,79%, proseguendo il trend negativo che aveva già caratterizzato i semestri precedenti.

Per quanto concerne il settore del legno (industria e lavorazione del legno e fabbricazione di mobili), dopo i forti decrementi dell’ultimo triennio, si registra un’ulteriore contrazione pari al 3,39%.

Ragionando per aggregati, il settore manifatturiero (agroalimentare, sistema moda, meccanica e legno/arredo) registra una diminuzione del 1,71%.

L’edilizia, vero traino della crescita dell’Albo delle Imprese Artigiane fino al 2008, prosegue la contrazione (-2,98%), confermando le forti difficoltà del settore. Dal 2008, il comparto ha “perso” quasi il 12% delle imprese registrate. A livello tendenziale, il primo semestre del 2015 evidenzia una riduzione di imprese pari all’1,59%, mentre nel primo semestre del 2014 era stata dell’1,20%.

Per quanto concerne il settore dei trasporti, al 30/06/2015 si registra un decremento delle imprese iscritte all’Albo del 3,04%, da ascriversi esclusivamente al trasporto merci (90% delle imprese del settore).

Nella manutenzione e riparazione di auto e motoveicoli si registra una diminuzione del 2,42%, che va a consolidare ulteriormente la contrazione in termini di imprese iscritte che caratterizza costantemente questo settore da ormai diversi anni, generato da un lato dalla crisi dei consumi privati che riducono gli interventi sul loro parco auto, non riparando i piccoli danni o evitando la manutenzione ordinaria del veicolo allo stretto necessario, e dall’altro dall’evoluzione tecnologica dei veicoli che impone una maggiore specializzazione con una conseguente concentrazione delle officine.

Nell’ambito delle attività professionali, si registra una leggerissima crescita per il settore informatico da attribuirsi principalmente all’attività di computer e hardware (+0,28%): un segnale incoraggiante per un settore caratterizzato da risultati decisamente altalenanti negli ultimi anni.

Per quanto riguarda i servizi alla persona si registra un decremento delle imprese (-0,87%) ascrivibile probabilmente ad una ulteriore contrazione dei consumi nei settori dell’acconciatura e dell’estetica.

 

OCCUPAZIONE

I dati relativi all’occupazione rilevati al 30/06/2015 evidenziano una flessione della forza lavoro del 4,68%. Il secondo trimestre del 2015 ha evidenziato un incremento occupazionale dell’1,78%, dovuto principalmente agli effetti della stagionalità di alcuni comparti. Nello stesso periodo del 2014 si era registrato un incremento del 3,00%.

Da metà 2008, l’occupazione segna una contrazione del 15,35%.

Questi dati si riferiscono a un campione rappresentativo di imprese artigiane e piccole imprese.

Relativamente ai principali settori dell’economia artigiana, le costruzioni, vero traino della crescita occupazionale fino al 2007, confermano la decrescita occupazionale dell’ultimo quinquennio, registrando al 30/06/2015 un decremento del 9,74%.

Negativo anche l’andamento occupazionale per le attività inerenti all’auto e moto-riparazione (-5,37%), in linea con la quasi costante contrazione registrata nell’ultimo quinquennio.

Il tessile calzaturiero registra un lieve decremento occupazionale (-0,47%), stante l’andamento decisamente negativo del comparto calzaturiero. Va comunque sottolineato che il settore ha perso negli ultimi 7 anni (dal 30/06/2008), oltre il 30% di occupati.

La meccanica di produzione esprime valori positivi (+2,79%). Questo incremento occupazionale, unito al decremento delle imprese registrate, può essere letto come una tendenza delle imprese più strutturate a ricominciare ad assumere addetti.

L’agricoltura e l’industria alimentare (caratterizzati in maniera significativa dalla “stagionalità”), registrano un decremento del 4,90%, in linea con la decrescita occupazionale che ha caratterizzato il settore a partire dal 2012.

Di segno decisamente negativo l’andamento occupazionale per il settore dei trasporti (-6,53%), che va ascritto esclusivamente al settore del trasporto merci, mentre il trasporto persone cresce.

Il settore dei servizi alla persona esprime un risultato molto negativo (quasi -20%) per l’incidenza della contrazione degli addetti nelle tinto-lavanderie. Meno “gravi” le contrazioni del settore acconciatura (-2,59%) ed estetica (-1,47%).

Per il settimo anno consecutivo continua a contrarsi il numero di addetti extra nazionali occupati dalle piccole e medie imprese e dall’artigianato (-1,18%). Va però osservato che a livello tendenziale il primo semestre 2015 ha visto un decremento di questo tipo di addetti pari al 10,91%, mentre nel primo semestre 2014 era stato “solo” del 2,88%: questo potrebbe significare lo sforzo da parte delle imprese di investire nelle attività stagionali che tradizionalmente si avvalgono di occupati extra nazionali.

 

 

SETTORI

VAR.NE 06/2015-12/2014

VAR.NE 06/2014-12/2013

VAR.NE 06/2015-06/2014

Costruzioni

1,37

-0,21

-9,74

Manutenzione e riparazione autoveicoli e motoveicoli

2,11

2,33

-5,37

Tessile Calzaturiero Abbigliamento

-1,86

0,47

-0,47

Meccanica di produzione

4,00

2,44

2,79

Agricoltura e industrie alimentari

47,98

51,53

-4,90

Trasporti

2,14

2,82

-6,53

Imprese di pulizia

27,16

13,43

35,53

Servizi alla persona

-2,75

20,06

-19,49

Chimica

3,85

4,81

-4,59

Artistico

0,00

20,00

10,00

Informatica e attività connesse

5,86

3,01

-1,09

Apparecchi medicali

8,93

5,56

7,02

Legno e arredamento

-2,58

-2,41

-7,04

Altre

7,05

2,37

-2,76

Totale

4,07

3,60

-4,68

CREDITO E INVESTIMENTI

Altri importanti elementi di analisi per cogliere i segnali circa l’andamento dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa nella nostra provincia, si colgono dai dati forniti dal Servizio Credito CNA provinciale di Ravenna, le cui pratiche sono appoggiate presso la Filiale di Ravenna della Cooperativa Garanzia “Unifidi”, in merito al credito e agli investimenti.

Nei primi sei mesi del 2015 sono stati concessi in ambito provinciale, attraverso “Unifidi” filiale di Ravenna, 156 finanziamenti, contro i 234 concessi nel primo semestre 2014 (-33,30%). Per quanto riguarda gli importi dei finanziamenti concessi, si è registrato un decremento al nello stesso periodo preso in esame del 61,75% rispetto a quanto concesso al 30/06/2014.

In merito all’operatività dei finanziamenti concessi nel corso del 2014, circa il 75% dei finanziamenti si riferiscono a richieste per liquidità aziendale, consolidamento passività e acquisto scorte di magazzino, mentre solamente il 25% è stato invece impiegato per investimenti.