Un’altra start-up made nel Piceno che balza all’attenzione del sistema produttivo della meccanica italiana. Il settore specifico è quello dell’autoriparazione. Lo strumento in questione un innovativo sistema per smontare le gomme che nessun’altra azienda italiana al momento produce. “Siamo l’unica realtà marchigiana che realizza uno strumento del genere e possiamo dire che per le sue caratteristiche non ci sono altre aziende che hanno in disponibilità uno strumento del genere”. Così Ferdinando Buscema, che insieme a Marino Testa è alla guida delle aziende “Route66” e “Soltec”, con sede a Porto d’Ascoli, presenta la nuova invenzione. “Il progetto è di un validissimo ingegnere che per la crisi era stato esodato dall’azienda nella quale lavorava – aggiunge Ferdinando Buscema – mentre le nostre due imprese, sempre per la difficile situazione del momento, avevano necessità di trovare nuovi mercati e di ampliare quelli esistenti. Da qui il lavoro a questo progetto che si è concluso appena un mese fa”.
Si tratta quindi di un prodotto di eccellenza per la meccanica a uso di autoriparatori e gommisti. Fra le sue caratteristiche, che lo rendono agile e veloce che farà in modo di dimezzare i tempi di lavoro nelle autofficine e nelle stazioni di servizio, il fatto di essere completamente elettrico e quindi di non necessitare di manutenzione, il forte risparmio energetico nell’uso, le dimensioni ridotte sicuramente utili per le officine ma in particolar modo per i benzinai che hanno angoli officina più ridotti ma che sono spesso chiamati per primi a “soccorrere” gli automobilisti che hanno avuto un problema con le gomme. “Innovazione e qualità pagano – aggiunge Luigi Passaretti, presidente della Cna di Ascoli e del settore Autoriparatori dell’Associazione – e per questo motivo come Cna abbiamo sponsorizzato questa start up come segnale per tutti di quale deve essere la strada da percorrere per uscire il più velocemente possibile dalla crisi. Altro elemento che ci riempie di orgoglio, oltre all’invenzione made nel Piceno, anche il fatto che tutti i prodotti del nuovo macchinario sono stati realizzati sul territorio, entro un raggio di azione di cento chilometri e coinvolgendo due regioni, le Marche e l’Abruzzo”.