“Il nuovo Codice degli appalti, va detto senza riserve, presenta molti aspetti positivi. Anche se non dissolve una serie di preoccupazioni che abbiamo avuto modo di far presente ai decisori politici. La riforma compie significativi passi a favore degli artigiani e delle piccole imprese. Mi riferisco, in particolare, all’obbligo della suddivisione in lotti delle gare d’appalto, all’aumento del numero di operatori economici invitati alle procedure negoziate, al limite del 30 per cento della quota che può essere oggetto di subappalto, al pagamento diretto da parte della stazione appaltante dei subappaltatori nel caso siano micro e piccole imprese. Accanto a ciò registriamo alcune occasioni non realizzate. E’ il caso del mancato innalzamento della soglia per l’iscrizione obbligatoria alla Soa e alla mancata eliminazione dell’obbligo di verifica dell’incidenza della mano d’opera nel Durc”. Lo ha affermato il Presidente Nazionale CNA, Daniele Vaccarino, intervenendo alla tavola rotonda che si è svolta questa mattina a Genova su “Il nuovo Codice degli appalti – Quale accesso per le piccole e medie imprese al mercato degli appalti pubblici e delle concessioni?”.

“Ora, però, è necessario attendere gli interventi, i decreti, le linee guida cui è demandata la significativa parte attuativa della riforma. Una fase – ha sottolineato – nella quale è importante un effettivo coinvolgimento delle associazioni delle piccole imprese. Auspichiamo uno sforzo, un colpo d’ala, per garantire al mercato maggiore trasparenza. Una trasparenza indispensabile per evitare l’inquinamento da corruzione. Una trasparenza che possa contribuire a far diventare la Pubblica amministrazione, in particolare nei rapporti con le imprese, quella casa di vetro che tutti sogniamo, unica ricetta – ha aggiunto Vaccarino – per allontanare finalmente la corruzione che fa male alla concorrenza e alla qualità delle opere e degli approvvigionamenti pubblici”.

Al convegno – cui hanno partecipato il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) Raffaele Cantone e la vicepresidente della giunta regionale ligure Sonia Viale –i l presidente di Cna Liguria, Marco Merli, ha presentato un breve riepilogo sul ‘Che fare’ proposto dalla CNA, partendo dalla richiesta di maggiori controlli sia da parte delle forze dell’ordine che dell’Anac, visto che il mercato degli appalti pubblici può essere “fonte di corruzione diffusa”. Poi, più risorse per Anac, definizione dei contratti sotto soglia, semplificazione di procedure e trasparenza sugli esiti di queste gare, suddivisione gli appalti in lotti per favorire l’accesso a micro e piccole imprese, ridefinizione del subappalto con adeguati standard qualitativi, regolamentazione di contenzioso e offerta anomala, elenchi di operatori validi per più enti pubblici, eliminazione delle soglie di fatturato per le gare, rivitalizzare gli Osservatori regionali appalti, evitare centralizzazioni esasperate, rivalutare l’autocertificazione per gli acquisti green e ridurre i costi di partecipazione delle microimprese al mercato pubblico degli appalti creando fondi per la formazione e le certificazioni di processi o prodotti.

Le linee guida “non sono ancora definitive perché sono oggetto di consultazione con gli stakeholder. Noi vogliamo confrontarci con chi sa di appalti e può dare indicazioni precise su come scrivere le linee guida”, ha commentato Cantone. “Questa – ha concluso – credo sia la novità più interessante perché è un meccanismo di regolazione flessibile che può adeguarsi anche tenendo conto di quelle che possono essere le problematiche che si verificheranno in concreto”. 

Tag: